Nuova tappa del viaggio in giro per la Rete alla ricerca di notizie riguardanti il territorio Riminese. Questa volta il nostro navigatore speciale, Google, ci porta fino in Germania, più precisamente sulle pagine del quotidiano Die Welt che dedica un’intera pagina alla storia del turismo riminese, riproponendo un estratto di un libro di recente pubblicazione in Germania,“L’Adriatico – La riscoperta di un luogo del desiderio”, dello scrittore Uwe Rada. È una Rimini non ancora toccata dal turismo teutonico, quella descritta all’inizio del pezzo: “Quando il medico Claudio Tintori, insieme a due soci in affari, il 30 luglio 1842 fondò lo Stabilimento Privilegiato di Bagni Marittimi, la prima località balneare sull’Adriatico, i tedeschi se ne stavano ancora rintanati dietro le Alpi”. Del resto la spiaggia cittadina ospitava solamente baracche di legno e gli unici alberghi esistenti erano quelli del centro città. E non si trattava certo di “tedeschi allo spiedo”, come in Germania chiamano chi decide di scendere in Riviera a prendere il sole. “I primi bagnanti erano nobili e teste coronate, accompagnati da donne malate e pallide, a cui l’aria di mare prometteva l’agognato sollievo. Fu solo con il collegamento alla linea ferroviaria Bologna-Ancona – prosegue lo scrittore – avvenuto nel 1861, che tutto cominciò a cambiare. Ispirati dal successo di altre località simili sulla costa tirrenica, i Riminesi nel 1868 decisero di demolire i precedenti bagni, che avevano appena 25 anni di vita, per sostituirli con nuovi edifici alla moda, uno splendido lungomare e il Kursaal, un vero e proprio tempio delle vacanze. I tempi del bagno solamente per fini terapeutici erano ormai finiti”.
Fu solamente con la fine della seconda guerra mondiale, però, continua l’articolo, che Rimini si trasformò in un riuscitissimo esperimento di democratizzazione del riposo. “Sulla strada principale di Marina centro non è rimasto nulla che ricordi gli inizi del turismo riminese. Il Kursaal, che era sopravvissuto alla guerra pressoché indenne, venne comunque demolito. Negli anni ’50 non doveva più essere una località balneare aristocratica e borghese, ma un luogo alla portata di tutte le tasche, anche quelle della gente comune”. I tedeschi iniziarono a scendere in riviera nel 1966 grazie all’allacciamento alla rete autostradale italiana: “riempiendo le strade di colonne regolari di Maggioloni e Opel Rekord”. Insomma, ricordarsi i bei tempi fa sempre bene.
Fabio Parri