Home Vita della chiesa Seminario: uno sguardo “dietro le quinte”

Seminario: uno sguardo “dietro le quinte”

Inevitabilmente quando qualcuno viene in seminario rimane colpito dalla bellezza del luogo e dalla vivacità della piccola comunità che lo abita.

Ma cosa c’è dietro le quinte? Qual è lo stile di vita che caratterizza la proposta educativa del seminario di Rimini? In questi giorni, in occasione della Giornata per il seminario (7 dicembre 2014), abbiamo pensato di pubblicare ufficialmente il testo di riferimento per la vita del nostro seminario (reperibile sul sito del seminario www.seminario.rn.it ).
Qui desideriamo presentarne il nucleo fondamentale per dare una idea di quello che la comunità del seminario vive nella quotidianità.
Per prima cosa occorre ricordare che la proposta di vita non è inventata, ma che si ispira ai criteri indicati dai vescovi italiani nel documento normativo “La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme” (2007). Questi orientamenti vengono tradotti in ogni comunità in riferimento alla tipologia della comunità locale.
A Rimini, da quest’anno, è presente solamente il percorso propedeutico (due anni) mentre il resto dei seminaristi continua il percorso a Bologna presso il Seminario Regionale.

1. Vivi l’esperienza
dello stare con il Signore
Il fondamento della vita del Seminario è l’esperienza spirituale. Il giovane che inizia il percorso del seminario deve fare un’esperienza spirituale incisiva, per poter dire alla fine: “Sì, dedicherò tutta la mia vita al Signore”.
Il rapporto personale con Gesù Cristo viene sperimentato soprattutto attraverso la meditazione quotidiana della Parola di Dio, la preghiera e l’attiva partecipazione ai sacramenti. Concretamente, per un giovane che inizia il percorso del seminario, questo significa: porre l’eucaristia al centro della vita comunitaria in ogni giorno con una liturgia attivamente partecipata; condividere con gli altri la celebrazione della Liturgia delle ore come scuola di preghiera ecclesiale; dedicare un tempo ogni giorno alla lectio divina come scuola di ascolto della Parola e di discernimento sulla nostra vita; vivere l’adorazione eucaristica come naturale prolungamento della celebrazione della messa.
Ogni giornata comincia con la preghiera personale alle ore 7, cui seguono le lodi mattutine e la messa dalle 7.30. Ogni sera alle 19 si propone l’adorazione eucaristica seguita dai vespri alle 19.45. Ogni mese la comunità del seminario dedica un giorno intero al ritiro spirituale.

2. Conosci bene te stesso
per fare di tutto te stesso
un dono agli altri
L’esperienza comunitaria della vita in seminario è una grande opportunità per conoscere meglio se stessi. Anche in famiglia è possibile, ma ci sono alcuni aspetti del nostro carattere che emergono solamente quando mi posso confrontare con altri molto diversi da me. Questa dimensione è molto importante perché se non sono disponibile a conoscere me stesso fino in fondo, non potrò mai essere un dono per gli altri; se nella vita di una persona rimangono zone di ombra, con maggiore difficoltà quella persona potrà essere completamente libera da sé per servire Dio e gli altri, per diventare un dono.
Concretamente, oltre ai momenti quotidiani di confronto nella vita comunitaria, proponiamo settimanalmente un incontro di revisione di vita in cui condividiamo fraternamente quello che ognuno di noi sta vivendo e cerchiamo di praticare la correzione fraterna.
Qualora emergessero esigenze particolari per approfondire alcuni aspetti della propria personalità e del proprio carattere, ognuno può trovare, oltre l’aiuto competente degli educatori, quello di altre persone o realtà specifiche che vengono individuate come aiuto alla persona. Una bella esperienza di collaborazione si è creata con la casa famiglia di Misano Monte e con la comunità di Sant’Aquilina che, per qualche tempo, sono diventate il luogo di riferimento di alcuni seminaristi.

3. Studia per stare
con intelligenza
di fronte alla realtà
La dimensione dello studio è molto importante per il cammino del seminario e per alcuni costituisce anche la fatica più grande. Lo studio ha valore non tanto per abilitare ad una professione, ma per aiutare a stare in modo intelligente di fronte alla realtà. Spesso chi non studia si affida a giudizi superficiali o rischia di seguire il pensiero comune. Chi è chiamato a diventare pastore del popolo di Dio e punto di riferimento in mezzo alla comunità deve essere una persona generosa, ma deve anche sapere usare l’intelligenza illuminata dalla fede per saper discernere – insieme agli altri membri della comunità ecclesiale – il cammino che il Signore invita a seguire.
Rimandando gli studi teologici al percorso di Bologna, durante il cammino propedeutico i giovani cominciano a muovere i primi passi nella conoscenza dei temi fondamentali della fede, delle lingue antiche, delle cultura filosofica e di quelli che sono gli elementi costituitivi della vita ecclesiale (Bibbia e liturgia).

4. Impara a seguire Gesù
nel servizio ai fratelli
Non so dire se nel passato – per qualcuno – diventare prete sia stata una scelta per accedere ad un ruolo di privilegio; sinceramente non ho mai conosciuto nessuno che abbia testimoniato questa motivazione nella sua scelta. Certamente oggi deve essere chiaro che, per chi si inoltra nella via del ministero sacerdotale, la prospettiva è chiaramente quella del servizio ai fratelli, seguendo l’esempio di Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire. Non esiste alternativa: o si servono i fratelli o ci si serve dei fratelli per i propri scopi.
In seminario vogliamo imparare a servire i membri della nostra comunità nella quotidianità e semplicità della vita, condividendo i lavori per la gestione della casa; le persone (molte) che vengono a visitarci e che chiedono di essere accolte con cordialità e spirito di servizio; i poveri che incontriamo nel servizio settimanale della Caritas diocesana; le persone che incontriamo occasionalmente nelle esperienze estive. Il servizio è un banco di prova decisivo per verificare la verità della vocazione sacerdotale.

5. Conosci la Chiesa
di Rimini: in essa
il Signore ti chiama
La vocazione al ministero sacerdotale è una chiamata che si colloca in un contesto ecclesiale preciso che è quello della Chiesa diocesana. Imparare a conoscere la propria Chiesa è uno degli impegni fondamentali di questa prima parte del cammino. Tale conoscenza si realizza in un rapporto frequente con il Vescovo, nella conoscenza dei preti che vengono in seminario, nella visita alle varie realtà della diocesi e nella partecipazione ai momenti più importanti della vita ecclesiale. Conoscere la propria Chiesa significa avere la possibilità di amarla per essere disponibile, sull’esempio di Cristo, a donare la propria vita per la gente che la compone. È questa gente concreta, con questi volti e queste storie che il Signore ti chiama a servire. La conoscenza è la condizione principale per l’amore.

Non è semplice in poche righe dare il senso della vita quotidiana del seminario. Con qualche pennellata ed un linguaggio meno ufficiale di quello utilizzato nelle proposta formativa, abbiamo provato a farvi cogliere il valore di un’esperienza che ha una tradizione secolare, ma che sempre si adatta ai tempi presenti, per essere capace di aiutare i giovani di questo tempo a riconoscere la loro vocazione e a seguire con gioia e libertà il Signore in questo tempo.

don Andrea Turchini