Non sono numerose, almeno a Rimini, le occasioni per ascoltare musiche di Carlo Tessarini, violinista e compositore – nato nella nostra città sul finire del seicento – che contribuì in modo determinante a diffondere oltre confine la tradizione strumentale barocca italiana. Anche se di recente la Fondazione Cassa di Risparmio ha provveduto a finanziare un volume monografico (Carlo Tessarini da Rimini. Violinista, compositore, editore nell’Europa del settecento, a cura di Paola Besutti, Roberto Giuliani e Gianandrea Polazzi) dove ci si può informare sulla sua biografia, e sull’importante contributo dato allo sviluppo della tecnica violinistica, l’ascolto resta sempre il modo migliore per conoscere un musicista. Un’esistenza avventurosa la sua, caratterizzata da continui spostamenti che lo hanno portato nelle vicine Marche e a Roma; in seguito a Parigi, a Brno (nell’attuale Repubblica ceca), nelle Fiandre, a Londra, Francoforte e Bruxelles, fino a quando – intorno al 1766 – si sono perse le sue tracce in Olanda.
Un pubblico molto numeroso, sabato 15 novembre, ha così assistito al concerto – dal titolo programmatico Sogni e furie – del trio musicale La Felsina Ensemble, che si è esibito nella sala delle Udienze in concomitanza della mostra della scultrice Paola Ceccarelli e del pittore Americo Mazzotta, in corso a Castel Sismondo fino a lunedì 8 dicembre. Il trio formato dalla cantante Ewa Gubanska, da Fabrizio Longo al violino barocco e da Riccardo Morini – anche lui riminese – al clavicembalo ha tratteggiato un vivace ritratto dell’atmosfera musicale settecentesca che si respirava all’epoca di Tessarini.
Il programma ha preso avvio dalla Sonata per clavicembalo K 96 di Domenico Scarlatti, eseguita con scioltezza da Morini, ed è proseguito con brani vocali: un ampio ventaglio di arie in cui, a fare la parte del leone, erano quelle di Francesco Gasparini¸ ultravirtuosistiche. Figurava pure un brano – forse il più interessante fra quelli scelti – tratto dalla sua opera Hamlet (su libretto curato da Apostolo Zeno e dal suo collaboratore Pietro Pariati), che offre un interessante esempio di tributo settecentesco al genio di Shakespeare. In abbinamento anche un’aria del veneziano Giovanni Porta, allievo di Gasparini, e una di Francesco Mancini, altro prolifico compositore, questa volta di scuola napoletana.
In mezzo due sonate per violino e basso continuo di Carlo Tessarini, tratte dalla sua raccolta Trattenimenti musicali<+testo_band> del 1742. Il concerto si è concluso nel segno di Händel: una delle arie di Ruggiero dell’<+cors>Alcina e Crude furie dal Serse. Si tratta di una scelta tutt’altro che casuale, visto che Ewa Gubanska ha vinto di recente a Londra la Singing Competition intitolata al grande compositore inglese. Brani che hanno dato l’opportunità al giovane mezzosoprano di sfoggiare sicurezza vocale, espressività e buone risorse interpretative.
Giulia Vannoni