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L’Emilia Romagna attesa al voto

In vista delle elezioni regionali di domenica, abbiamo rivolto ai candidati alla presidenza della Regione, la stessa domanda: Se lei verrà eletto Presidente, quali saranno le priorità per il Governo e quindi i primi 2-3 provvedimenti che adotterà? Queste le risposte.

MAURIZIO MAZZANTI (Liberi cittadini per l’Emilia Romagna)

Il nostro impegno sarà quello di difendere la qualità della vita dei cittadini e delle imprese della regione. Mantenere un alto livello di welfare, difesa della sanità, dell’ambiente, del territorio, del lavoro, della scuola. Questo sistema politico ha fallito e vogliamo rimettere il governo nelle mani dei cittadini, che devono conoscere l’importanza della Regione perché è lì che vengono fatte le scelte che incidono sulla vita di tutti i giorni. Tra i primi provvedimenti elimineremo gli sprechi di denaro pubblico riducendo i costi della politica: dai privilegi di eletti e nominati alla abolizione degli enti inutili e la riorganizzazione delle società partecipate. Ogni euro risparmiato va investito nella sanità, nel welfare, nelle politiche del lavoro, che sono le vere urgenze da risolvere.

STEFANO BONACCINI (Pd, Centro Democratico, Emilia-Romagna civica e Sel)

La priorità assoluta si chiama lavoro. Creare nuovi posti di lavoro sarà la mia ossessione. Nei prossimi anni in Emilia Romagna dovremo tornare alla piena occupazione. Per questo la prima cosa che farò sarà attivare un piano regionale per il lavoro e per la crescita, così come definire immediatamente l’accesso ai fondi europei per una potenzialità di spesa di 2.5 miliardi di euro. Garantiremo un sistema di welfare eccellente. La nostra sanità è la prima in Italia,tra le prime in Europa. Ma possiamo anche qui migliorare. Immediatamente abbattimento drastico dei tempi di attesa per alcune prestazioni sanitarie, con provvedimento che estenda gli orari e i giorni di apertura (compresi sabati e domeniche) dei luoghi dove effettuare esami e visite. Un altro obiettivo sarà la burocrazia zero: promuoveremo la de-certificazione, lo snellimento delle pratiche e l’eliminazione di tutti gli enti, strutture, posizioni dirigenziali e procedimenti che non assicurano un’utilità diretta ed effettiva per i cittadini e le imprese.

ALAN FABBRI (Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia)

Le priorità sono lavoro, sanità, ricostruzione e sicurezza. Il lavoro e le famiglie hanno bisogno di meno tasse e di investimenti. Le coperture arriveranno in primis da un’accurata spending review interna, da un taglio dei costi della politica. Fiscalità di vantaggio per famiglie numerose. Appalti: priorità alle aziende del territorio. Sanità, liberiamo le energie dei privati, basta demonizzarli: più collaborazione. Tra gli obiettivi: portare l’offerta di servizi analisi, visite specialistiche e prestazioni diagnostiche anche negli orari notturni, più il sabato e la domenica mattina, per andare incontro alle esigenze delle famiglie. Opposizione dura, forte, radicale, ai tagli governativi, forte azione di pressing per l’introduzione dei costi standard. Incentivi alla ricerca e valorizzazione del distretto biomedicale. Ricostruzione post terremoto più snella e semplice: taglio della carta e semplificazione delle procedure.

MARIA CRISTINA QUINTAVALLA (Lista Tsipras)

Le priorità: il contrasto alla povertà, attraverso l’adozione di politiche pubbliche di welfare, sostenute dal fondo regionale, con fiscalità più sostenuta per i ceti più abbienti; la ripubblicizzazione dei servizi, acqua e rifiuti, attraverso la creazione di aziende pubbliche speciali, che abbattano la remunerazione della rendita, pagata dai cittadini; la realizzazione, contro il jobs-act, di un piano ecologico e solidale, che incentivi il lavoro stabile per tutti, retribuito secondo i contratti nazionali, non ricattabile; la difesa della sostenibilità ecologica, contro lo Sblocca Italia, per promuovere fonti energetiche alternative non inquinanti, equamente distribuite, capaci di favorire una cultura di pace; una politica dei rifiuti, dei trasporti, del territorio, fondato su recupero, riuso, riciclo, contro i dissennati modelli speculativi.

GIULIA GIBERTONI (Movimento 5 Stelle)

Ridurre gli stipendi dei consiglieri regionali a 5mila euro lordi (massimo 2.500-3.000 euro netti circa al mese) come facciamo già noi del Movimento 5 Stelle; tagliare del 90% i fondi ai gruppi e i vitalizi a ex consiglieri; versare tutti questi tagli ai costi della politica in un Fondo di garanzia regionale per le piccole e medie imprese, da costituire e gestito dalla Regione. Costituire la Regione Emilia Romagna contro il decreto Sblocca Italia, per impedire l’arrivo di rifiuti da tutta Italia negli inceneritori dell’Emilia Romagna e bloccare dispendiose opere cementificatorie inutili come la Cispadana e Passante Nord. Al tempo stesso promuovere un programma Rifiuti Zero che porterebbe migliaia di nuovi posti di lavoro con la filiera del riciclo e permetterebbe di chiudere discariche e inceneritori in 10 anni. Istituire il Reddito di cittadinanza regionale per allentare tensioni sociali. Chi aveva un lavoro e l’ha perso, deve poter avere una forma di sostegno minimo anche da parte della Regione. Sostegno che verrà ritirato al terzo lavoro offerto dai centri per l’impiego che verrà rifiutato.

ALESSANDRO RONDONI (Emilia-Romagna Popolare per Ncd-Udc-Ppe-Pi)

Tre priorità: snellimento della Regione; sostegno a imprese e giovani per il lavoro; aiuti alla famiglia. Meno all’ente più alla gente, con meno partecipate ed enti di secondo livello. Occorre ridurre burocrazia, sprechi, apparati costosi, garantire più trasparenza e rapidità della PA. Per rilanciare l’economia reale urgono interventi diretti per le imprese, stanziamento di cento milioni per nuove attività, accesso al credito, ricerca, innovazione, meno fiscalità e cambiamento della formazione. Servono una legge regionale a sostegno della famiglia, soggetto economico e di welfare, e la valutazione di impatto familiare per capire le ricadute che le norme approvate avrebbero sulle famiglie. Eque politiche fiscali e tariffarie, ticket sanitari che tengano conto dei nuclei familiari con figli.