Una spy story come si deve? Basta rivolgersi alla ricca produzione letteraria di John Le Carrè. Certo poi ci vuole un regista che sappia confezionare un prodotto adeguato e per questo La spia – A Most Wanted Man, tratto dal libro Yssa il buono, la scelta di Anton Corbijn (del regista e fotografo olandese si ricordano l’ottimo Control e il meno felice The American) ha prodotto eccellenti risultati, vista anche la presenza del narratore tra i produttori. Location principale ad Amburgo, città “macchiata” dai preparativi per l’attentato dell’11 settembre e oggetto di osservazione dell’intelligence tedesco e americano, protagonista Günter Bachmann, spia in terra tedesca (lo interpreta il compianto Philip Seymour Hoffman nella sua ultima, esemplare apparizione) impegnato a controllare le mosse del clandestino ceceno Yssa, di fede mussulmana. Una fitta rete di sospetti e indagini per capire le ragioni che spingono il giovane a contattare un ricco banchiere (Willem Defoe), dove ci finisce un’avvocatessa che si occupa di diritti umani (Rachel McAdams), mentre Bachmann deve convincere i suoi capi impazienti a dargli più tempo per svolgere le indagini. A frenare gli scalpitanti mogul dei servizi segreti tedeschi c’è un inflessibile agente americano (Robin Wright) ma la sabbia nella clessidra fornita a Bachmann scorre velocemente…
Specchio di paure e inquietudini contemporanee, La spiaè un gran prodotto di genere, confezionato con cura, con cast di gran livello, in grado di assicurare la giusta dose di amarezza e di disillusione caratteristiche fondanti dei romanzi di Le Carré che all’azione glamour alla 007 preferisce agenti segreti che combattono contro il sistema per rendere il mondo un po’ più sicuro. Bachmann risulta una dolente figura solitaria, con pochissimi “fedeli” al fianco nella disperata lotta contro il potere.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani