Nello scorso numero, ilPonte ha raccontato come vivono la Stazione di Rimini gli utilizzatori – o user, per essere moderni – di tutti i giorni. Un viaggio tra banchine piene zeppe di pendolari, turisti, studenti, sale d’attesa improvvisate, video lottery e “brutte facce” crepuscolari. Sono 7.000 le persone che ogni giorno la frequentano, come i passeggeri di due navi da crociera, con punte di 20.000 viaggiatori in estate.
Dal punto di vista della sicurezza, le Forze dell’ordine hanno le idee chiare: “La Stazione di Rimini è sempre più sicura”, affermano all’unisono il Comandante Polfer Rimini Roberta Pareschi e il capo Compartimento Polfer Emilia-Romagna Maurizio Improta, entrambi incontrati da ilPonte nel Compartimento centrale di Bologna. “Rimini ha una stazione che è sempre più un centro commerciale e meno un centro di raccolta di disagi. Quando un luogo è vissuto, illuminato e meno degradato, si sottrae spazio a chi vuole coltivare il proprio orticello di attività illegali”.
Comandante Pareschi, lei opera sul campo a Rimini tutti i giorni. La stazione è ancora vissuta dalla gente come un luogo pericoloso?
“La percezione della sua pericolosità è diminuita. Al nuovo supermercato interno alla Stazione di Rimini vanno a fare la spesa anche le signore che abitano vicino. Si sente la necessità di tenere pulita e in ordine l’area e quindi c’è una forma di partecipazione alla sicurezza e una maggiore collaborazione con le Forze dell’ordine da parte di tutta la comunità”.
In quali vicende umane vi imbattete ogni giorno?
“Ci coinvolgono particolarmente le storie di minori, anche da un punto di vista umano. Siamo tutti genitori e per questo ci troviamo spesso a svolgere servizi di assistenza non richiesti. Ad esempio, quando ci capitano ragazzini usciti dalle discoteche ubriachi, li facciamo sedere nella nostra sala in attesa che passino gli effetti dell’alcol per evitare che cadano sui binari. Quando capitano vicende come gli smarrimenti, partecipiamo all’ansia dei genitori. È capitato di recente a una bambina di lasciare la mano della madre e di salire da sola su un autobus di fronte alla stazione. Una pattuglia si è accorta delle grida della madre e siamo riusciti in 15 minuti a rintracciare l’autista e raggiungerlo con la mamma. Intercettiamo, poi, molti studenti che non vanno a scuola per fare una goliardata o perché hanno litigato coi genitori. Ci sono poi gli ubriachi che si radunano nel piazzale antistante la stazione, e per dare loro un aiuto collaboriamo con le associazioni di volontariato. Il nostro lavoro non è solo applicazione della legge, ma ci occupiamo soprattutto di prevenzione”.
Comandante Improta, com’è vista la Stazione di Rimini (e le altre della provincia) da Bologna? Nessuna attenzione particolare?
“Come tutte le stazioni del mondo, anche quella di Rimini è un punto di riferimento per chi non conosce la città, un luogo d’incontro per molte persone. In un tale incrocio di flussi è più facile che vi sia un interesse a mescolarsi alla folla da parte di chi vuole svolgere attività illegali. Oramai Rimini è una città turistica tutto l’anno. La sua è una stazione di transito che serve tutta la costa sud e che richiede un’attività complessa che non riguarda solo la presenza sui binari, ma anche l’attività investigativa della Polizia giudiziaria e l’assistenza agli utenti e ai cittadini riminesi all’esterno della stazione”.
Dunque, nessuna allerta specifica?
“No, nessuna criticità particolare. Vi è solo un rafforzamento del numero di ufficiali durante l’estate: salgono a 50. Sono state solo 32 le denunce di reati commessi in stazione nei primi 10 mesi dell’anno, a riprova che il personale è qualificato e produttivo: non sta in ufficio, ma sui binari per dare minor raggio di manovra ai malintenzionati”.
Ma poi, vandali e scippatori vengono assicurati alla giustizia?
“Quando c’è l’obbligo dell’arresto, si attua. Ma non valuto il seguito della nostra attività. Noi elaboriamo gli atti quando si individuano o meno i responsabili. Se vengono condannati o rilasciati non è un problema nostro”.
Mettere i tornelli all’ingresso della stazione per far entrare solo chi ha il biglietto può funzionare? A Firenze i furti sono diminuiti di molto…
“Si tratta di un sistema che funziona nelle «stazioni di testa» (quelle in cui i binari terminano, ndr.), mentre quella di Rimini è «di transito». Al momento non se ne sente l’esigenza, e in ogni caso le azioni illegali non si eliminano coi tornelli, ma si spostano solo dieci metri più in là”.
C’è qualcosa che limita la vostra capacità di agire? Norme, risorse…?
“Bisogna sapersi organizzare. L’importante è utilizzare gli strumenti che già abbiamo, e lo facciamo con il senso per lo Stato che ci contraddistingue. Se poi si finisce anche per fare del bene a qualcuno che ne ha bisogno, tanto meglio”.
Novità per la linea riminese?
“È stato attivato un posto fisso rinnovato presso la Stazione di Riccione. Altre pattuglie sono attive a Cattolica e raggiungiamo in auto anche le stazioni minori. In più è stata allestita una squadra ad hoc per prevenire i furti di rame dai binari. Per ora nessun caso verificatosi in provincia. Infine stiamo implementando la videosorveglianza a Rimini e Riccione”.
>Quali consigli dare ai viaggiatori per scongiurare furti?
“Seguire il buon senso. Ad esempio, andando in bagno sul treno, non fidarsi a lasciare la borsa ad uno sconosciuto che si conosce da soli pochi minuti”.
Mirco Paganelli