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Generazione divertimento, sballo senza futuro

Distrazione, noia e droga. Tre parole chiave per leggere la “generazione divertimento”, quella dei ragazzi e giovani dai 13 ai 30 anni che in cima ai propri obiettivi pongono il divertimento. Peccato che questa priorità sia troppo spesso legata in maniera indissolubile al consumo di stupefacenti.
Sono alcuni dei fotogrammi a tinte forti della fotografia dei giovani tra i 13 e i 30 anni scattata da Euromedia Research e presentata a San Patrignano in occasione delle giornate WeFree, con il titolo emblematico “Un sano divertimento da sballo”. La rilevazione, effettuata in tutta Italia tra aprile e maggio, è stata effettuata su un campione di 500 ragazzi suddivisi in tre fasce di età (13-17, 18-24 e 25-30).
L’evasione dal quotidiano per il 45% degli intervistati, infatti, è in cima alla classifica dei bisogni, mentre progettare il futuro interessa il 28%. Avere passioni e coltivare hobby è importante rispettivamente per il 13 e 9,8%. Lo sballo è al “numero uno” per il 2,2%. E si “sballa” per emulazione (38,8%), per noia (31,6%) e in minima parte per socializzare (9,6%). Secondo la ricerca, la normalità dello sballo si sposa con la bassa percezione del rischio. Al 53,2% che sostiene che lo sballo “sia una sciocchezza che prima o poi in qualche modo si paga”, fa riscontro il 35,2% che ne parla come di un semplice bisogno dei ragazzi per divertirsi, quasi fosse una vera e propria necessità. “Coscienziosi ma non troppo, questi ragazzi – aggiunge la direttrice di Euromedia, Alessandra Ghisleri – . Pur di divertirsi alla fine sono disposti a lasciarsi andare”. E chiudere gli occhi sulla pericolosità – fisica e sociale – di certe trasgressioni. Divertirsi uguale trasgresisone è un’equivalenza per il 53,4%. Se per il 41,8% equivale ad “andare contro le regole”, per il 37,8% è invece associata all’uso di sostanze legali e illegali (alcol, hashish, cocaina, droghe sintetiche).
Dalla ricerca emerge dunque che coltivare passioni è un’attività poco soddisfacente, e progettare il futuro un’esperienza con poco appeal, mentre il divertimento è la priorità della vita. Parte integrante dell’obiettivo principe è l’uso di stupefacenti. Il bere smodato, le “droghe leggere” e la cocaina sono più diffuse tra i maschi, mentre ecstasy e droghe sintetiche sono preferite dalle ragazze. Per alcune, le pasticche sono da preferirsi perché “fanno dimagrire”, esempio di clamorosa disinformazione.
Quanto al rapporto con i genitori, il 43,4% degli intervistati dice che mamma e papà lasciano fare, pur informandosi su cosa fanno, dove e con chi, mentre il 24,4% assicura di godere di completa libertà.
Più i ragazzi si avvicinano all’età adulta (tra i 25 e i 30 anni) “e più l’incapacità di confrontarsi con la vita e i propri coetanei aumenta – fa notare lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini – . da qui la necessità di affidarsi a sostanze, un consumo a sostegno del sé molto più che in passato”.
Solo divertimento, per il futuro ripassare? “Esattamente quanto vediamo nei ragazzi che entrano in comunità – spiega Antonio Tinelli, coordinatore del comitato sociale di SanPa, che attualmente accoglie 1.300 persone, età media 24 anni, l’80% italiani – . Giovani che pensano unicamente al divertimento del momento, spesso attraverso lo sballo, senza riflettere mai sul futuro. Spesso non sanno appassionarsi e vivono in maniera superficiale tutto quanto gli succede. I ragazzi hanno bisogno di stimoli, di esempi positivi”.
Giovani annoiati e abbandonati a loro stessi? Meglio puntare allora su un “lucido divertimento” (dal titolo del forum indetto a San Patrignano), sano, fatto di passioni e impegno per un futuro migliore.

Paolo Guiducci