Sotto il sole della Grecia, tra le suggestive rovine del Partenone, una coppia di americani in vacanza (Viggo Mortensen e Kirsten Dunst) trascina una giovane guida turistica (Oscar Isaac), uno statunitense trapiantato ad Atene, in una situazione pericolosa. Hossein Amini, sceneggiatore di origine iraniana, autore degli script di film come Drive e Biancaneve e il grande cacciatore, esordisce alla regia con l’adattamento del romanzo (tra i meno noti) di Patricia Highsmith, I due volti di gennaio (il titolo si riferisce al Giano bifronte e indica l’ambiguità e il mistero che aleggiano attorno al ricco Chester), ma non certo privo delle caratteristiche che hanno reso la Highsmith scrittrice adorata (Alfred Hitchcock, Wim Wenders, René Clement, Anthony Minghella e Liliana Cavani hanno curato versioni cinematografiche dei suoi romanzi).
Qui Amini gioca la carta della versione elegante e un po’ patinata, mischiata alla tensione dell’insieme, ma il materiale, soprattutto nella prima parte, sembra sfuggirgli un po’ di mano, apparendo non sempre ricco della tensione necessaria alla storia che emerge maggiormente nel secondo tempo del film.
Il sole inonda lo schermo e le vite dei tre protagonisti, rendendoli un po’ opachi nell’insieme, anche se il cast è garanzia di solida professionalità nell’elaborazione di tre personaggi trascinati da eventi all’apparenza imprevisti ma in realtà frutto delle circostanze create dall’elegante Chester che nasconde più di un segreto sotto l’elegante cappello panama.
Il thriller guarda al vecchio “zio Hitch” (anche le musiche di Alberto Iglesias sembrano risuonare certi score realizzati per il “mago del brivido”) ma senza raggiungerne la sorniona maestria, accontentandosi del risultato “di forma”.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani