Home Vita della chiesa Dio sceglie quel sassolino che il Mondo ha gettato via

Dio sceglie quel sassolino che il Mondo ha gettato via

Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”.

Il Vangelo di domenica sembra calzare a pennello per il mio intervento inerente la lettera pastorale del Vescovo Lambiasi per il 2014 “Abbiamo trovato il tesoro. Sulla eucarestia come fuoco della missione”. I versetti di Matteo rispecchiano il passo che vorrei analizzare, contenuto nelle prime pagine della lettera divisa in tre parti: “Vivi”, “risorti” e “mandati”.
L’Europa moderna non sembra amare i materiali di “scarto”: si gettano le cose rotte, il cellulare o il computer comprati da pochi mesi risultano subito obsoleti e devono essere cambiati, i vestiti devono sempre essere nuovi e possibilmente di marca. Paradossalmente il progresso, che dovrebbe essere funzionale alla persona, è diventato un idolo sanguinario che, anziché servire la dignità dell’essere umano, lo rende schiavo; schiavo degli innumerevoli faraoni moderni che ci costringono ad essere industriosi 24 ore su 24 perché “bisogna produrre”, schiavi del successo a tutti i costi che ci rende simili a robot senz’anima capaci solamente di eseguire un programma. Belli e produttivi, come sfavillanti fotocopie a colori, (che pur sempre fotocopie sono), cloni in serie simili ai tecnologici I phone di ultima generazione che, nonostante la terrificante crisi, siamo sempre in fila ad aspettare. In un mondo esigente come questo non c’è tempo per gli scarti, per gli inutili, per i folli, per quelli che non possono dare nulla in cambio. Nel mondo scattante e produttivo come quello moderno dove il guadagno è l’unico metro di valutazione, gli elementi di scarto rischiano di diventare un impiccio o una vergogna; da quel miracolo non gradito che ride nel nostro grembo, al genitore anziano che ci opprime, al malato nel letto che ci costringe ogni giorno a prenderci cura di lui o al venditore di rose che rovina il nostro romantico appuntamento. Il vescovo, riprendendo le considerazioni del Santo Padre riguardanti la “cultura dello scarto” propria della moderna concezione materialistica, cita il deuteronomio: «Il Signore ha scelto voi, il più piccolo di tutti i popoli perché vi ama» . Continua sua eccellenza ricordando che la scelta di Dio non è escludente ma inclusiva, “ingloba tutti e ciascuno, ognuno nella sua assoluta, irripetibile singolarità […] noi non siamo amati perché preziosi, ma siamo preziosi perché amati”.
In questa cultura dello scarto il Vangelo propone una strada diversa, quella strada che da più di duemila anni dona speranza; mentre il mondo getta via, Dio sceglie; mentre il mondo ama le cose fatte in serie, Dio ti conosce per nome; mentre i sentimenti degli uomini sono volubili, le scelte di Dio sono per sempre; mentre il mondo propone la chiusura solipsistica dell’ego e la filosofia del “do ut des”, Gesù Cristo propone la via della gratuità e della fratellanza. Cosa significa trovare il tesoro dunque? Trovare il tesoro significa trovare una Persona, anzi significa lasciarti trovare da una Persona che per te ha in mente il miglior lieto fine possibile.
Si parla tanto dell’importanza del riciclare oggi, riutilizzare le “materie di scarto” ma, al contrario dei demagoghi moderni, solo Dio risulta essere davvero l’unico in grado di poter riciclare, trovare una funzione importante persino a colui che dal mondo è ritenuto indegno e inutile. Trovargli uno scopo, una dignità, rialzarlo in piedi come persona donandogli persino l’onore supremo di poter diventare un suo discepolo. Anche Gesù ci ha amati e ci ama tutti, ma non in modo “general generico”: è morto per tutti e per ciascuno di noi. Lui è fatto così: per costruire la sua Chiesa, non gli basta la roccia di Pietro, né quelle degli apostoli o dei santi, ma prende il primo ciottolo che incontra e lo colloca dove ha bisogno. Quel ciottolo sono io.

Alex Celli
insegnante di religione