Tesoro. Una parola magica, esaltante e struggente. Una parola che appartiene al vocabolario dei poeti, dei pionieri e degli innamorati. Ma è anche voce del lessico dei vangeli e della Bibbia: “è il tesoro trovato nel campo, il tesoro del regno dei cieli, è là dove batte il tuo cuore, e lo portiamo in fragili vasi di creta, è la missione che ci è affidata, è la felicità che ci sarà riservata”. Il Tesoro con la lettera maiuscola è Gesù, la sua adorabile umanità, la sua santa eucaristia. Attorno a questo bene prezioso ruota la Lettera pastorale 2014 del Vescovo di Rimini. Stampata in 11.000 copie, Abbiamo trovato il Tesoro è una bussola per l’anno pastorale 2014/2015, il secondo dedicato dalla Chiesa riminese all’eucaristia e il primo in preparazione alla missione del 2015/2016. “Un anno di preparazione non per allungare i tempi– precisa mons. Francesco Lambiasi – bensì per prepararsi con la preghiera e per la formazione di coloro che in prima persona si spenderanno per portare il Tesoro alle altre persone”. Perché il Tesoro, assicura il Vescovo, non è un grande valore pur fondamentale come la pace o la giustizia, ma l’incontro con Cristo Signore. Un tesoro di bellezza, di gioia, di speranza e di libertà. Trovato perché regalato, non per merito. “Ma ora – si interroga mons. Lambiasi – che cosa ne stiamo facendo?”. Una domanda ripresa volentieri da suor Nella Letizia, madre del Monastero della Natività di Maria, che insieme all’insegnante e scrittore Alex Celli ha presentato la Lettera alla stampa. “Per descrivere l’eucaristia il vescovo utilizza in modo insolito tanti aggettivi e molte parole forti, in un contrasto deciso di bianchi e di neri. – fa notare suor Nella – Una contrapposizione giustificata perché il cristiano non può essere grigio, l’eucaristia non è estasi, il calice non è pieno di camomilla bensì di sangue, del sangue di Cristo”. Ma chi va a messa e si lascia incontrare da Cristo, si lascia guidare dalla stella polare del bene comune? Una domanda che non può lasciare quieti. “La Chiesa è nata camminando: chi ha trovato il Tesoro non può tacere, non può trattenere per sé questo bene prezioso” rilancia Celli. Nella consapevolezza che la Chiesa, anche riminese, non persegue con la missione alcun disegno egemonico, ma i cristiani sono servi che non devono far mancare alla città il fermento di Cristo. La Lettera aiuta a riflettere su come l’eucaristia trasforma l’esistenza, informa la storia ed educa alla missione. “Chi ha trovato il tesoro si decida – o continui – a condividerlo. – è l’appassionato invito del Vescovo – E quanti ancora non l’hanno trovato, non si stanchino di cercarlo”. (t.c.)
Nella foto il Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, presenta alla stampa la Lettera Pastorale