Lo spinello è tornato di moda. A dirlo sono il Dipartimento delle Politiche Antidroga e il Sert di Rimini. Secondo il recente sondaggio nazionale del DPA, il 23.5% dei giovani (1 su 4) tra i 15 e i 19 anni ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno (era il 18.9 % nel 2010). “Tutti coloro che si rivolgono al Sert consumano cannabis come sostanza di accompagnamento ad alcol, eroina e cocaina – spiega Daniela Casalboni, responsabile del Servizio per le Tossicodipendenze di Rimini – un consumo che ha quasi la stessa frequenza d’uso del tabacco. Rimini è una piazza nota per questa droga: nelle varie indagini nazionali siamo sempre sopra la media nel consumo tra i ragazzi”.
I cannabinoidi sintetici. Negli ultimi anni sono aumentati gli accessi al Pronto soccorso e ai servizi psichiatrici per scompensi dovuti alla pianta di canapa. Il motivo? La diffusione di additivi sintetici.
In Europa sono arrivati nel 2008, in Italia nel 2010. Sono 110 nuove molecole che hanno invaso il mercato negli ultimi anni andando a comporre nuovi tipi di erbe più nocive, e al contempo spacciate per “naturali”. “Si è diffusa la «spice» che ha effetti psicoattivi molto gravi. Nella cannabis ci sono due componenti, uno che dà effetto psicoattivo, l’altro che lo inibisce garantendo un effetto anti-psicotico”. In soldoni, la prima sostanza (Thc) dice ai recettori del cervello di rilasciare dopamina, la sostanza che provoca piacere; la seconda (Cbd) ne frena l’emissione. “Nella versione sintetica, questo freno naturale non è presente, quindi si può incorrere molto frequentemente in psicosi”. In America, la marijuana sintetica è diventata la seconda droga più diffusa (dopo quella tradizionale) perché è più difficile rilevarla nei test tossicologici.
Il pericolo. La composizione chimica è sconosciuta al momento dell’acquisto. “Si compra a scatola chiusa senza conoscere i principi attivi e le percentuali. Persone con particolari condizioni cliniche possono incorrere più facilmente in problematiche serie”. Gli effetti sono analoghi a quelli della cannabis naturale (rilassamento, alterazione dei sensi), ma possono indurre dopo solo 10 minuti anche ad aumento del battito cardiaco, alterazione dell’umore e congiuntivite. Nei casi di ricovero: tachicardia, agitazione psicomotoria, stati confusionali, disturbi nervosi e cardiovascolari.
L’erba è su internet. L’Italia è circa a metà classifica in Europa per consumo di cannabis da parte di studenti; giovani internauti che hanno la possibilità di contare su oltre 600 siti web italiani per la promozione e offerta di droghe. Ci sono poi portali, come lo smart shop olandese Zamnesia – si legge nella Relazione DPA – che commerciano liberamente varietà nocive come lo “skunk”. Nella barra di ricerca basta digitare “spice” ed escono 47 risultati pronti alla vendita. Altri siti spacciano tali sostanze per sali da bagno, incensi, integratori alimentari o fertilizzanti. Il meccanismo è lo stesso di un libro preso su Amazon: acquisto on line con carta di credito e spedizione tramite corriere. Sostanze illegali piombano così in casa senza bisogno di uscire per strada alla ricerca di pusher. Dal blog allo spinello in un click.
Mirco Paganelli