Con tutto il rispetto per gli altri, con l’Iper Rubicone c’è un rapporto particolare perché il primo iper non si scorda mai. È lassù che abbiamo imparato a conoscere, venti e passa anni fa, il famoso “effetto iper”, quel leggero senso di straniamento che si prova in mezzo a spazi enormi e corsie infinite, almeno per come eravamo abituati. E oggi lo stesso Iper, che di recente ha aperto una galleria supplementare, ci ha introdotto in una nuova dimensione a metà tra lo shopping e il nordic walking, visto che passare da un estremo all’altro è ormai un’esperienza economico-podistica.
Banale dirlo, la forza degli iper sta proprio nelle loro dimensioni. E l’unica realtà che in qualche modo riesce a competere resta il mercato ambulante in centro a Rimini, una distesa di bancarelle che seppur spalmata su più piazze, dà quel senso di grandiosità dei posti dove sai che c’è talmente tanta roba che non riuscirai a vederla tutta. Ora, come noto, è in corso una diatriba: da una parte la volontà di valorizzare il Teatro Galli dentro e fuori, dall’altra la richiesta di non smantellare il mercato in uno spezzatino (a margine: strano come questo termine che evoca una gustoso piatto sia sempre più usato in senso negativo). Vedremo come andrà. Fatto che sta che il pericolo numero uno per gli ambulanti a Rimini oggi non sono gli iper, ma un cantiere che rischia di far perdere alle bancarelle il loro effetto iper.