Home Attualita Gioie, speranze, emozioni prima del “sì”

Gioie, speranze, emozioni prima del “sì”

La nostra Diocesi può ben chiamare questo anno, ”anno di grazia”, poiché, coi tempi che corrono, festeggiare l’ordinazione di tre nuovi diaconi e tre preti è veramente dono e grazia. Domenica pomeriggio 21 settembre in Cattedrale, circondati da tanti confratelli presbiteri e diaconi: Andrea, Simone e Stefano saranno ordinati diaconi, primo grado dell’Ordine sacro; don Francesco, don Ugo e don Gino saranno ordinati presbiteri.
Immaginiamo già il Duomo gremito di fedeli, provenienti da tante Comunità diverse, presso le quali i nostri giovani hanno fatto i loro primi esercizi pastorali. Ma prima di tutto e soprattutto vediamo loro, con la loro storia e le loro emozioni, la loro gioia per un primo obiettivo raggiunto e le loro speranze per un cammino ancora tutto da percorrere.
I tre nuovi preti (i diaconi li abbiamo già presentati sull’ultimo numero de <+cors>il Ponte<+testo_band>) provengono tutti da esperienze di vita comune, fatta di studio, di lavoro, di amicizia… Non hanno fatto il Seminario minore, ma si sono incontrati in un cammino vocazionale che li ha portati in Seminario e all’Ordinazione.

Ecco come hanno vissuto questo passaggio.
Per me non è stato facile. – confessa don GinoHo lasciato un lavoro presso l’Università di Modena, una vita autonoma e libera, per ritornare sui banchi di studio e per seguire regole di vita datemi da altri… anche se accolte volentieri e di buon grado. Ciò che mi ha reso belli e costruttivi gli anni di Seminario è stata la condivisione continua di esperienze con gli amici in cammino vocazionale con me”.
Io sono entrato in Seminario un anno dopo di don Gino – racconta don Francescoe devo dire che la vita comune non mi ha sorpreso più di tanto, perché ne avevo già fatto esperienza al Punto Giovane a Riccione. Sono entrato nell’anno di grandi cambiamenti per il Seminario: un Rettore nuovo e anche un Vescovo nuovo. Però mi sono sentito accolto dagli altri e questo mi ha fatto sentire ancora di più a mio agio”.
L’esperienza di Seminario è stata bella fin dall’inizio ed è aumentata negli anni – interviene don Ugo -. È stata bella perché in fondo era la risposta alla mia ricerca di vocazione, sentivo di essere sulla strada del discernimento, grazie anche al nuovo Rettore e ai compagni di viaggio”.

In Seminario lo studio e la vita fraterna, ma nelle parrocchie l’esperienza concreta del servizio pastorale. Raccontateci qualcosa di queste vostre esperienze.
Da seminaristi, – così don Ugoil tempo passato in parrocchia era relativamente breve perché durante la settimana eravamo occupati nello studio. Per i primi tre anni sono stato a Morciano, poi per quattro al Crocifisso ed infine, da diacono, a Santarcangelo. Col passare degli anni l’impegno pastorale si è andato intensificando e col diaconato ancora di più, sia perché la gente ti vede ormai come un prete, sia perché nel mio caso, con la partenza di don Stefano diventato parroco a Coriano, gli impegni sono aumentati”.
Con don Ugo – continua don Ginosono stato tre anni a Morciano, poi un anno in Seminario per le attività vocazionali, due anni a San Raffaele e quindi tre anni a Sogliano, compreso l’anno di diaconato. Ho trovato una grande differenza fra le esperienze pastorali da seminarista e quella di diacono, sia perché da diacono l’esperienza è stata continuativa e quindi di maggior contatto con la gente e la realtà sociale, sia per la maggiore responsabilità nella conduzione dell’intera comunità parrocchiale”.
Essendo di Riccione – completa don Francescola mia prima esperienza di due anni l’ho fatta a San Martino, poi un anno a Viserba mare e quindi a San Raffaele per tre anni. Con l’ordinazione diaconale mi sono trasferito in pianta stabile a San Mauro Pascoli. Le esperienze pastorali più significative le ho fatte tutte nel mondo giovanile e anche come diacono ho lavorato soprattutto coi giovani”.

Si sa, alla vigilia di un grande evento, tutti hanno dei segni nel cuore. Come “sognate” il vostro ministero presbiterale?
Se guardo la fotografia del nostro presbiterio che sta diventando ogni anno sempre più grande di età media, allora mi viene da chiedere al Signore che mi faccia rimanere sempre giovane… non tanto nell’età, ovviamente, quanto nello spirito. Vorrei rimanere sempre pronto e attivo, sempre con la voglia di spendermi per gli altri. I numeri non mi invogliano a sognare” (don Gino).
Durante gli esercizi spirituali in preparazione all’ordinazione – dice don Ugo san Paolo mi ha dato la nota dominante della mia vita: Non vivo più per me stesso, ma per Lui. Desidero trasmettere la fede che ho ricevuto, esercitare la paternità spirituale come dono”.
Chiedo al Signore – conclude don Francescola disponibilità di cuore a incontrare le persone e spero di poter vivere il mio ministero con semplicità, condividendo la vita con gli altri e coi preti”.

Egidio Brigliadori