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Guai a voi

Dooveroso, prima che l’estate finisca, riferire la seconda parte della storia. A inizio agosto avevamo parlato di Gallipoli, centro turistico pugliese che aveva superato Rimini in un paio delle solite classifiche turistiche estive.
Le ultime parole famose: nelle settimane a seguire, Gallipoli, è diventata l’emblema del maloturismo italiano. Ospiti chiassosi e cafoni che al confronto il Marano è una sala da tè, rifiuti abbandonati ad ogni angolo della pubblica via, gente che dormiva ed espletava bisogni in ogni dove. E mentre sul web comparivano le fotogallery dell’orrore con il peggio di Gallipoli, nasceva un comitato cittadino che manifestava sotto il Municipio per chiedere un freno al degrado.
Ora non vorrei ipotizzare improbabili scenari di macumbe all’ombra della ruota panoramica, ma non è che c’è da qualche parte una sorta di legge del taglione per la quale chi osa insidiare Rimini nel titolo di capitale delle vacanze poi ne paga pesantemente le conseguenze?
Qualche giorno fa a Monza si erano pavoneggiati di un’altra classifica secondo la quale da loro ci sono addirittura più locali e opportunità di divertimento che da noi, citando esplicitamente nei titoli la presunta superiorità nientemeno che su Rimini. Tremate, brianzoli, tremate…