L’estate più corta e piovosa degli ultimi anni volge quasi al termine, e per le famiglie è arrivato il momento di rispolverare gli zaini. Tra circa una settimana riapriranno le scuole anche a Rimini, ma prima ancora del suono della campanella c’è un lamento che ha iniziato a “squillare” da settimane, e non è solo quello degli studenti meno volenterosi. Mamma e papà, come ogni anno, devono fare i conti con le spese per il materiale scolastico dei propri figli, tra libri di testo, dizionari e tutto il corredo necessario per arrivare tranquilli al primo giorno di scuola. Una spesa che sembra crescere anno dopo anno.
I numeri nazionali. Secondo Federconsumatori, quest’anno le famiglie italiane (prendendo in esame scuole medie inferiori, licei ed istituti tecnici) sono costrette a spendere in media per libri e dizionari, 529,50 euro a ragazzo, +1,6% rispetto al 2013.
Più nel dettaglio, uno studente di prima media deve sborsare per tutti i libri e due dizionari 484 euro (+1,7%) più altri 506,50 euro per il corredo scolastico ed i ricambi, per una spesa complessiva che raggiunge i 990,50 euro.
Va peggio agli studenti delle classi prime delle scuole superiori. Un ragazzo di prima liceo spende per i libri di testo e i quattro dizionari richiesti 799 euro (+1,5%) più altri 506,50 euro per il corredo e i ricambi necessari. Spesa finale: 1.305,50 euro.
L’esborso riminese: nei limiti, o quasi. Tolto il corredo, per cui ogni famiglia si destreggia come può a caccia dell’offerta più conveniente, per i libri di testo il margine di risparmio è veramente ristretto. Sebbene il Ministero dell’Istruzione stabilisca dei tetti massimi di spesa per le classi delle scuole medie e superiori (fermi dal 2012-2013), alcune scuole arrivano a ridosso della spesa massima contemplata, fino a superarlo. Il Ministero infatti prevede che le scuole possano superare il limite per un massimo del 10% previa adeguata motivazione del Collegio Docenti.
Vediamo qualche prezzo. Un alunno che comincia quest’anno le scuole medie, arriva a spendere, nel caso dell’Istituto “Panzini” di Rimini, più di 280 euro (283,50) per 13 libri. Una cifra sotto il tetto massimo di spesa per le prime medie (che è di 294 euro) ma comunque superiore a quanto dovrà sborsare uno studente di classe prima del Professionale “Einaudi” (indirizzo Servizi commerciali) per altrettanti volumi: 237 euro (il limite per i Professionali commerciali è di 254). Va peggio agli alunni di prima del Tecnico “Valturio”(indirizzo Amministrazione, finanza, marketing) costretti a tirar fuori 282 euro per 14 libri, comunque molto meno del limite massimo stabilito per gli istituti tecnici economici, pari a 304 euro.
Ma le cifre superiori si raggiungono ai licei. Una “matricola” dello Scientifico “Einstein” (1ª G) deve sborsare 330 euro per 16 volumi. Peccato che il limite del Ministero sia di 320 euro. Alla 1ª A del Classico “Cesare Valgimigli”la spesa sale a 333 euro per altrettanti testi, a ridosso del tetto massimo di 335 euro.
Nuove adozioni, che rincaro! Già queste cifre di per sé, in un periodo in cui la capacità di spesa si è abbassata per tantissimi nuclei familiari a causa della crisi economica, basterebbero a rendere il suono della campanella più fastidioso a ragazzi e genitori. Non è tutto, però. A partire da quest’anno scolastico, infatti, il Ministero dell’Istruzione ha abolito i vincoli di adozione dei testi scolastici (di 5 anni per la scuola primaria e 6 anni per le medie e superiori). E sono diversi gli istituti riminesi che hanno optato per nuovi testi con due “effetti collaterali”: impossibilità per gli studenti di ricorrere a una versione usata e svalutazione dei testi “riciclabili” (non più utili) di chi ha appena finito quella scuola. Solo alla 1ª G dell’“Einstein” le nuove adozioni su 16 libri, sono 11. Alla prima della sezione Scienze applicate-Sport del “Serpieri” sono 11 su 12 libri da acquistare. “Su 10 libri che uno studente ha in dotazione, ne sono cambiati 9 in quasi tutte le scuole medie, meno nelle superiori” afferma Pasquale Caimi dell’omonima libreria di Rimini centro. Il figlio Danilo ci ricorda che nel frattempo le domande per i testi usati sono arrivate a quota 2.500. “Un più 10% rispetto all’anno scorso” afferma. La corsa c’è, ed è comprensibile: lo sconto sul prezzo di copertina qui è del 40%, per un risparmio finale di qualche centinaio di euro. Con gli esami di riparazione la corsa al momento si è arrestata, “le famiglie aspettano di vedere come andrà prima di vendere i libri o acquistarli”, quindi in questi giorni la possibilità di rimediare un testo usato è leggermente superiore.
Resta il fatto che alcuni testi, come La Matematica a Colori (23 euro, edizioni Petrini), il nuovo Abbagnano di filosofia o, ancora, il Baldi di italiano restano quasi introvabili sul mercato dell’usato.
Corsa al testo “riciclato” anche alla Jaca Book, in zona Colonnella, dovele prenotazioni sono oltre duemila.
Non manca chi, recuperate le liste in libreria, chiede se è disponibile on line una versione digitale. “Ma il risparmio – assicura Danilo Caimi – è di pochi euro”.
A proposito di digitale. L’editoria elettronica sarebbe la vera strada contro il caro-libri, visto che un dizionario on line può costare anche 8 euro. Ma molta strada su questo fronte resta ancora da fare. Il vero nemico delle librerie al momento, più che il digitale è la grande distribuzione con le catene Conad e Coop pronte a vendere i libri nuovi con uno sconto fino al 15%, “è lo sconto massimo consentito dalla legge sul prezzo di copertina per tutti i libri” spiegano dal Conad Leclerc. Problemi nel reperimento di alcuni libri di testo visto che quest’anno sono cambiate molte adozioni scolastiche? Al Leclerc smentiscono: “I libri arrivano magari scaglionati, ma arrivano tutti. Siamo abbondantemente nei tempi previsti”.
Alessandra Leardini