Le dipendenze patologiche da sostanze, o pratiche come il gioco, continuano ad essere diffuse e a coinvolgere sempre più giovani del territorio. In fatto di prevenzione si può ancora fare molto. L’unità “Sert” riminese dell’Ausl Romagna si occupa del fenomeno ed è diretta dalla dott.ssa Daniela Casalboni: “Se da un lato si riscontra una netta diminuzione della mortalità droga–correlata, dall’altro si evidenzia un quadro di ampia diffusione dell’uso di sostanze illegali tra la popolazione generale, soprattutto quella giovanile”.
I dati. Tra il 2009 e il 2013 sono diminuiti gli accessi al servizio riminese, in linea col trend nazionale: da 2.902 a 2.515. Il 63% dei casi dell’ultimo anno è dovuto a droghe illegali. I tre quarti dell’utenza è residente a Rimini (dei restanti, il 14,5% è straniero). Si tratta di 9 accessi ogni 1.000 residenti per il distretto di Rimini; 9.9 in quello di Riccione che comprende tutta la zona sud della provincia. I numeri più alti si registrano a Gemmano (16.6), Montescudo (13.5) e Cattolica (11.2). Fra gli altri, oltre a Rimini (9,8), Bellaria-Igea M. (8), Santarcangelo (7) e Verucchio (7.1). Tra i giovani osservati il consumo si traduce raramente in una vera e propria dipendenza, ma l’intossicazione acuta rimane un rischio.
Dove vengono reperite le sostanze? La risposta sono gli amici, i pusher e internet. La rete offre ’siti ufficiali’ dove le sostanze vengono spacciate per altro, e il ’dark web’ con i suoi anfratti più oscuri. “Il consumo di alcol tra i giovani è sempre più frequente e precoce – spiega la dottoressa -. Avviene con modalità definite di «binge drinking», vere e proprie abbuffate di alcolici tra amici in cui 5 o più unità di alcol vengono consumate in un breve lasso di tempo”. Fra i rischi: incidentalità stradale, violenza, comportamenti sessuali a rischio, tossicità acuta o cronica.
Nonostante l’aumento del consumo, gli under21 ricorsi a percorsi di cura per dipendenze nell’unità operativa dell’Ausl di Rimini si sono dimezzati in 5 anni. cCome mai? “Eventuali incidenti correlati vengono risolti alla peggio con un accesso al pronto soccorso, considerando il consumo solo come un ’divertimento’ occasionale”. Inoltre “le sostanze vengono raramente usate per via iniettiva o con modalità che lasciano tracce visibili. Per cui i familiari possono minimizzare o non accorgersi del problema”. In media, i giovani abusano di sostanze per almeno 8 anni prima di ricorrere ad un aiuto specializzato.
Cosa può fare un genitore? “Quando il rapporto con le sostanze è solo occasionale, è consigliabile mantenere un dialogo aperto sul tema – suggerisce Casalboni -. Spesso gli adolescenti riportano informazioni imprecise, per cui occorre informarsi per dialogare con loro con maggiore sicurezza. È importante interessarsi delle opinioni ed esperienze dei propri figli: ponendo loro domande sulla conoscenza del tema si trovano gli argomenti da cui partire per avviare un dialogo, dimostrando che la loro opinione è di vostro interesse. Mentre si ascolta in maniera aperta, occorre però mantenere una posizione chiara e decisa riguardo al consumo di sostanze. L’uso di droghe illegali non va né banalizzato né tollerato in casa, né vanno forniti i mezzi per farlo”.
Quando invece il consumo di sostanze diventa un abuso regolare “il conflitto che si sviluppa impedisce la comunicazione. È allora utile rivolgersi ad un servizio di consulenza, o orientare il figlio ad un servizio specifico”.
In aumento alcol e azzardo. Tra il 2008 e il 2013 sono diminuiti gli utenti affluiti al Sert per droga e tabacco, giunti rispettivamente a quota 1.578 (-20%) e 132 (-26%). In aumento i casi di gioco d’azzardo (81, il doppio rispetto al 2008) e alcol (697, +14%). In particolare gli alcoldipendenti presi in carico sono saliti a 425 (+9,2%). Gli accessi di giovani 14-25 anni al pronto soccorso di Rimini per problematiche alcol-correlate sono stati 166 (117 maschi e 49 femmine) nel periodo 2012-2013 (18–21 anni la fascia più a rischio). Solo il 3% ha necessitato di un ricovero. Negli altri casi il quadro clinico si è risolto con il calo dell’alcolemia.
La prevenzione. Tra i progetti promossi dall’U.O. Dipendenze patologiche per il monitoraggio e contrasto dell’abuso di sostanze c’è “Circolando”, che raggiunge giovani – e non solo – tramite info point allestiti in prossimità di discoteche e luoghi di festa dove si può fare l’alcoltest, ricevere documentazione e counselling. Al banco si trovano giovani appositamente formati per intercettare più agevolmente i coetanei. Anche i gestori dei locali sono i destinatari del progetto, in quanto agenti di prevenzione per i consumatori di sostanze psicoattive. Nel 2013 “Circolando” ha svolto 3.184 etilometri, 108 uscite in cui sono stati agganciati 5.547 soggetti.
Mirco Paganelli