Home Attualita “Oltre i campanilismi e le ideologie”

“Oltre i campanilismi e le ideologie”

Dopo il tramonto della Provincia e i forti timori sullo smantellamento delle Prefetture locali, anche la Camera di Commercio di Rimini trema. Il testo di riforma delle Pubbliche Amministrazioni prevede una riorganizzazione ancora tutta da definire. L’idea è di passare da un Ente Camerale per provincia ad uno per Regione, oltre che di ridurre del 50% il contributo che le imprese devono alle Camere di Commercio per iscriversi all’apposito Registro e per altre pratiche burocratiche. Fabrizio Moretti, il nuovo timoniere designato dell’Ente di via Sigismondo, questa e altre sfide le ha già annotate in agenda. La sua indicazione da parte delle categorie economiche è arrivata dopo il primo empasse verificatosi con le dimissioni da CNA del direttore Salvatore Bugli, “predestinato” successore di Manlio Maggioli. La nomina ufficiale di Moretti (nella foto, nella sua impresa, il Colorificio MP, a Viserba) arriverà a giorni, con la convocazione del consiglio generale e quindi l’elezione della giunta, dopodiché, come preannunciato, il nuovo numero uno della Camera di Commercio di Rimini lascerà il suo attuale incarico di presidente provinciale di CNA.

Moretti, da dove comincerà?
“Sicuramente dalla riforma delle Camere di Commercio. Il sistema camerale si è già attivato per dare una svolta al decreto legge. Il dimezzamento dei diritti camerali delle imprese non darebbe loro un segnale significativo, anzi toglierebbe agli Enti Camerali la possibilità di creare azioni di sostegno alle imprese stesse. Quanto ad eventuali accorpamenti, ci saranno presto degli incontri con le altre Camere di Commercio della regione per attuare strategie comuni”.

Quali sono le opzioni in ballo?
“Una potrebbe essere una unificazione a livello di Area Vasta Romagna, ma bisogna capire le possibili conseguenze: va fatta sì una ottimizzazione dei servizi, ma vanno anche salvaguardate le peculiarità dei territori e con la fine della Provincia la nostra Camera di Commercio è ancora più chiamata a fare da unione tra i Comuni e le imprese. La seconda opzione è quella di unire tra gli Enti della regione alcuni servizi, mantenenendo l’autonomia in un’ottica di riduzione dei costi. Uno dei primi obiettivi dopo la nomina del consiglio e della giunta, sarà proprio l’ottimizzazione del nostro Ente”.

Lei appare prudente verso un accorpamento regionale. Intanto però i consigli di Confindustria di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna hanno già deliberato l’Unione Federativa: dal 1° gennaio 2015 sarà Confindustria Romagna. Un percorso obbligato…
“Per certi versi sì, anche CNA ci sta ragionando. Le difficoltà e i cambiamenti che il nostro Paese sta vivendo, ci costringono a tutti i livelli (imprese, associazioni ed enti pubblici) ad azioni di ottimizzazione che vadano oltre il campanilismo. Sono d’accordo su una concentrazione dei servizi in base alle competenze dei territori, ma salvaguardando le peculiarità”.

Le difficoltà finanziarie di CNA, la fusione tra Confindustria Rimini e API in Unindustria… La crisi ha messo a dura prova anche i sistemi di rappresentanza delle imprese?
“Certamente sì, dobbiamo capire che il mondo sta cambiando. La crisi ci costringe a superare insieme ai campanilismi anche le barriere ideologiche”.

Che giudizio dà della vicenda dell’aeroporto di Rimini? A parte qualche sforzo isolato nella colletta “salva-stagione” l’imprenditoria locale non ha fatto molto…
“Reperire le risorse, per quanto auspicabile, è difficile per tutti in questo momento. Vedo con favore l’ingresso di un investitore privato, anche estero, ma Camera di Commercio e Comuni locali devono continuare ad avere voce in capitolo. E tenere un occhio vigile, onde evitare gli errori commessi in passato”.

Sia sincero: quanto crede in una possibile ripresa economica dal 2015?
“Da imprenditore vorrei essere ottimista e credere, come si dice, che dal prossimo anno la crescita sarà dell’1,5-2%. Ma da quando è scoppiata la crisi, nell’autunno 2008, tutti quanti ci siamo illusi che sarebbe durata poco e abbiamo continuato a gestirla con questa illusione. Dobbiamo essere prudenti nel fare previsioni troppo ottimistiche”.

Non crede che a parte qualche caso isolato, dal nostro territorio siano arrivate poche politiche per una ripresa attiva e che si sia per lo più avuto un atteggiamento di delega e attesa verso il Governo nazionale?
“Tanto di elogio a chi si è mosso, penso ai tavoli anti-crisi della Diocesi di Rimini e della Prefettura. Ma se non ci sono politiche di sviluppo economico a livello nazionale, come possiamo noi andare in controtendenza?”.

Battersi per la difesa degli interessi delle aziende e dell’economia locale, ad esempio in un tema come quello della tassazione e delle ingiustizie commesse dall’Agenzia delle Entrate, più volte sottolineate dai nostri imprenditori: è una sua priorità?
“Sì anche se le politiche della Camera di Commercio non dipenderanno solo dalla mia volontà, ma di tutto il consiglio generale. Una cosa però voglio dirla”.

Prego.
“Anche se personalmente, all’inizio, credevo che questo Governo potesse fare qualcosa, non mi sembra che, in realtà, sia molto orientato al dialogo con il mondo associativo. Lo scorso marzo c’erano anche le nostre aziende alla manifestazione organizzata da Rete Imprese Italia in favore delle piccole e medie imprese che rappresentano il 95% del sistema imprenditoriale nazionale. Per questo le loro ragioni andrebbero ascoltate. Ma finora non è stato così”.

Alessandra Leardini