In attesa di sapere se traballerà nelle presenze turistiche, una cosa è certa: questa stagione è già alquanto ballerina sul fronte occupazionale. A scendere in pista, secondo la fotografia scattata dal Centro per l’Impiego (CPI) di Rimini, sono sempre più persone, soprattutto riminesi, che dopo aver perso il lavoro in altri settori, si improvvisano cuochi o camerieri. Molti di loro erano già stati arruolati tra gennaio e febbraio, quando gli albergatori iniziano solitamente a formare la loro squadra partendo proprio dalle figure più specializzate e fondamentali per le loro strutture. Pasqua e i ponti primaverili hanno rappresentato il primo grande banco di prova, ma stando ai movimenti che si registrano ancora in questi giorni, tanti non sono riusciti a superare il test. E così gli operatori, a stagione già iniziata, si trovano ancora a dover aggiungere ai loro organici una divisa indispensabile come quella del cuoco. “A tutt’oggi, solo a Rimini, registriamo più di una trentina di alberghi che continuano a cercare cuochi e aiuto cuochi ” afferma Daniela Baldoni, referente del lavoro stagionale al Centro per l’Impiego del capoluogo. Molti lavoratori che si erano proposti per questi ruoli, hanno cominciato ma non si sono trovati bene e quindi se ne sono andati, molti altri lasciano per cercare una struttura dove si possa prendere di più. Dall’altra parte, ci sono operatori che per la necessità di risparmiare, si sono indirizzati verso persone che chiedevano meno, e si sono fidati trattandosi di lavoratori riminesi. Ma poi si sono dovuti ricredere, perché alcuni di questi ’cuochi’ non avevano neanche mai visto una cucina”.
Dietro incontri infelici come questi c’è un comune denominatore, la crisi, che costringe da un lato tanti disoccupati che non sanno più come ricollocarsi sul mercato del lavoro, ad improvvisarsi in ruoli dove hanno ben poca dimistichezza. E non è solo un problema di cucina: “Ieri si è presentato da me il gestore di un bar lamentandosi di aver trovato persone che non sanno neanche portare un vassoio” continua Baldoni.
La precarietà si riflette anche sui contratti: la stagione si sta accorciando, i contratti sono sempre più veloci e non mancano, addirittura, casi di cuochi assunti con il contratto a chiamata.
L’altro effetto crisi è legato alla manodopera straniera che rappresenta il 38% delle assunzioni nel turismo. È vero, secondo Daniela Baldoni, che negli ultimi anni sono aumentati i riminesi in cerca di un lavoro stagionale, ma la presenza degli stranieri resta molto alta “perché si fanno pagare di meno”. “L’anno scorso per la mini Aspi(la nuova disoccupazione stagionale, ndr) la maggioranza dei richiedenti erano lavoratori di altre nazionalità, arrivati in Riviera solo per fare la stagione e allettate più che dallo stipendio, un’inezia considerato che gli operatori offrivano loro anche vitto e alloggio, proprio dall’indennità di disoccupazione stagionale”.
Per non parlare del nero, condizione che gli stranieri sono ancora più disposti ad accettare. Ma non sono gli unici: Marta (nome di fantasia), riminese Doc, di 17 anni, lavora attualmente in un albergo dalle 14 alle 22, 7 giorni su 7, ma è in regola solo per due ore al giorno.
Al centro per l’impiego di Riccione si respira un po’ più di ottimismo. “Ad oggi abbiamo un numero superiore di richieste rispetto all’anno scorso, circa un centinaio. Arrivano da alberghi, ristoranti, pochissimo invece dai negozi” osserva Manuela Provenzale, referente del lavoro stagionale al CPI della Perla. Ad oggi dagli hotel e ristoranti di Riccione, Misano e Cattolica sono arrivate richieste per oltre un centinaio di camerieri sala e 146 tra cuochi, aiuto cuochi e personale tuttofare in cucina. C’è però un problema: la difficoltà di alcune strutture a trovare persone con i requisiti richiesti, soprattutto esperienza. “Nelle nostre banche dati i generici sono tantissimi, ma tuttofare e lavapiatti non sono figure richieste”. Per le segretarie, altra qualifica molto richiesta, c’è il problema della lingua, quasi sempre si chiede la conoscenza di tutte e tre le lingue tra inglese, francese e tedesco. Il russo viene chiesto più che altro dagli alberghi di Rimini. Molto richiesti per varie mansioni, secondo la referente del CPI di Riccione, anche gli apprendisti, ma solo maggiorenni visto che per i minorenni i vincoli di turnazione sono tantissimi, e disincentivano non poco gli operatori. Infine l’alloggio: ormai pochissimi albergatori continuano ad offrirlo.
Alessandra Leardini