Non mi esprimo sulla collocazione della nuova piscina comunale di Rimini. Lascio le valutazioni a chi è più dentro il discorso, sperando che arrivi il meglio per la città: la mia esperienza natatoria è infatti limitata a sporadiche apparizioni in vasca più per compiacere il medico e la mia schiena che per vocazione. Ma mi è bastato per rendermi conto che di corsie a Rimini c’è davvero bisogno: in particolare quella volta che, capitato sventuratamente nell’ora di punta, sono stato sorpassato non a destra né a sinistra, ma da sopra da parte di un nuotatore (o nuotatrice?) che per liberarsi di quella lumaca dello stile libero lì in mezzo non ci ha pensato due volte a sommergerlo.
E mi permetto giusto un suggerimento: perché io che occupo mezza corsia devo pagare quanto quel giocatore di basket di due metri che quando passa nella corsia di là crea un maremoto che a momenti mi affoga? Va applicato il meccanismo delle tasse sulla casa: più metri cubi di acqua uno occupa, più deve pagare.
Ma, ripeto, non voglio spingermi oltre in un discorso che non mi compete. E vi risparmio l’ultima proposta: se dovesse andare avanti il progetto di una vasca da 50 metri, il moscone del salvataggio obbligatorio a metà strada.