“Leggo su certa stampa locale di una Fiera in sofferenza, di una Fiera che rappresenterebbe un’emergenza cittadina. Mi auguro che questa sofferenza prosegua anche nel prossimo triennio”.
Non ha peli sulla lingua, il presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, che ironizza parlando del business space riminese, del piano triennale, di Aeroporto e Palacongressi.
All’indomani dell’approvazione del bilancio 2013, Rimini Fiera si presenta con due novità significative. La perdita del Gruppo scende sensibilmente, passando da -1,9 milioni a -0,9 milioni. E l’andamento 2008-2013 passa da +1,4 a +2,3 milioni.
Nella crisi l’azienda ha mostrato una certa reazione.
“Dati alla mano, per una volta vorremmo essere poco misurati: l’andamento del Gruppo Rimini Fiera durante la congiuntura è stato più che reattivo. Anche il debito che ci insegue da anni è diminuito: da 34 milioni nel 2008 è sceso a 14,8 milioni”.
E per il 2016 Lei annuncia l’azzeramento del debito di Rimini Fiera Spa.
“La costruzione del quartiere fieristico inaugurato nel 2001 ha comportato un investimento di 300 milioni, di cui solo 40 finanziati da enti pubblici. Tutto il resto è pagato con il reddito d’impresa: neppure all’estero ci sono realtà così virtuose. Nel 2016 il debito di 14,8 milioni sarà azzerato e avremo una posizione finanziaria netta positiva per 4,7 milioni. Dal 2017 potremo quindi distribuire i dividendi per gli azionisti, con 3 milioni di euro”.
Torniamo ancora al bilancio 2013. La previsione di -1,9 milioni è migliorata a -0,9. Da dove arriva il miglioramento?
“Il risparmio viene dalla stima prudenziale fatta sui bilanci delle controllate, andate meglio del previsto”.
Con il business plan triennale (2014-2016) il Gruppo Rimini Fiera guarda avanti. Cosa vede?
“Partendo da una previsione di ricavi del Gruppo pari a 67.990.593 euro nell’esercizio 2014 e di 76.544.056 nel 2015, il business plan formula un’ipotesi di crescita al 2016 pari ad un volume dei ricavi consolidati di 85.757.363 euro”.
Pronostici ottimistici. Ma la redditività?
“Anche qui prevediamo un segno positivo. L’Ebidta del Gruppo salirà nel 2014 a 11.563.013 euro, che diventeranno 12.987.913 l’anno successivo per arrivare a 17.569.955 nel 2016. E anche l’utile, pagate le tasse, induce al sorriso: da 2.407.000 nel 2014, sale a 3.508.000 e arriva nel 2016 a 8.688.000”.
Le linee guida del piano sono: investimenti in ricerca e sviluppo e internazionalizzazione, crescita delle manifestazioni storiche e spin off del prodotto, acquisizioni, ristrutturazione societaria, diversificazione del business, alleanze estere. Con i tempi attuali e quasi tre stagioni davanti, non rischia di essere un’ipotesi troppo ottimistica?
“Evitiamo di formulare previsioni su tempi più lunghi proprio per non incorrere in previsioni aleatorie. Abbiamo lavorato con forte impegno sui prodotti che formano il nostro calendario, e su questi il Gruppo ha innescato ipotesi di consolidamento e di sviluppo.
Rimini Fiera vive di progetti, ma evitiamo di inserirli nelle previsioni, per non introdurre proposte discutibili sul piano economico. Questo business plan ha un carattere di realismo certificato in qualche modo già dai primi dati del 2014”.
Partiamo dal consolidamento.
“Lo perseguiamo tramite la crescita delle manifestazioni leader in portafoglio: Sigep, Ecomondo, Ttg, RiminiWellness, Enada, Tecnargilla. Implementando e mixando attività di ricerca e sviluppo e internazionalizzazione. Sono in corso contatti in Brasile con una società italiana che organizza eventi. Il Gelato World Tour approderà ad Austin (Usa) e a Berlino. RiminiWellness sta tastando il polso a Germania e Usa, sono allo studio workshop nei Paesi dell’Est Europa.
Da prodotti storici arriveranno poi gemmazioni come White Evolution già quest’anno sull’efficenza energetica. E prodotti autonomi come Beer Attraction nel 2015 sul mondo birraio artigianale”.
Una novità riguarda Ttg Incontri.
“Diventerà una piattaforma di affari fieristici per tutto il Mediterraneo, e non solo sull’Italia”.
E le alleanze? Quella con Bologna è sul tavolo da quando sotto le Due Torri era presidente Luca Montezemolo…
“Niente alleanza tra Rimini e Bologna solo se fatta per combattere lo strapotere di Milano. Bisogna guardare anche all’estero e alzare il livello della discussione, che può ripartire ma sarà alternativo alla privatizzazione”.
Eppure Regione e Provincia di Rimini spingono per una holding degli expo.
“Non è vero che tutte le fiere partono da uguali posizioni. C’è un quartiere <+cors>(Milano, ndr) che è più libero di altri, e grazie alle risorse che gli consente la sua proprietà esercita una competizione drogata. Pensare che l’alleanza tra Bologna e Rimini rinforzi entrambi per resistere a Milano è una stupidaggine. Le alleanze si misurano sulle convenienze concrete, altrimenti meglio pensare solo all’autonomia di Rimini”.
Paolo Guiducci