Un ponte sull’Adriatico: una metafora più volte usata per parlare di progetti o iniziative per avvicinare le due sponde di un mare così snello che sarebbe un peccato non avvicinarle. Eppure non sempre è andato tutto come si sperava. Come per il collegamento marittimo tra Rimini e la Croazia, avviato qualche anno fa e presto interrotto. Di voli men che meno: da Rimini ce n’era giusto uno per l’Albania, ma la compagnia è fallita qualche mese fa e oggi per Tirana si vola solo da Bologna, come del resto per tante altre destinazioni che non siano la Russia. Ma anche il famoso pontile di Riccione: poche decine di metri ma comunque un avvicinamento ideale verso l’altra sponda, chissà se se ne farà mai qualcosa. Ora con il prossimo riconoscimento da parte dell’Europa della macroregione adriatica magari potrebbero aprirsi nuove strade. Ma anche in questo caso la politica arriva in ritardo: di recente mi sono ritrovato nella buchetta della posta il volantino promozionale di studi dentistici croati che promettono interventi a costi dimezzati rispetto a quelli praticati al di qua del mare. E c’è pure disponibile il servizio con un moderno pulmino per trasportare da Rimini i curandi (personalmente avrei preferito un Wolkswagen del ’69 che mi faceva più Europa libera, ma tengo presente lo stesso). A modo loro, un ponte sull’Adriatico lo hanno già gettato. Un ponte per andarsi a fare un ponte.