Chi ha qualche dubbio sul significato di inurbamento basta che guardi all’evoluzione di Villaggio 1° Maggio che prosegue anche oggi. Nato dopo il boom degli anni Sessanta con una manciata di case nella griglia di strade tra via Montescudo e il vecchio tracciato della ferrovia Rimini-San Marino, questa immediata periferia riminese si è allargata in tutte le direzioni e in multi-centri: in prossimità della strada Statale con gli edifici bassi e la spina di negozi; attorno ad essi con i progetti ad alta densità abitativa che hanno fatto lievitare la popolazione a circa 5mila abitanti. Una commistione di tipologie edilizie e tessuti residenziali di tutte le epoche (emblematica è la cascina di via Bidente posta nel progetto al centro dei palazzi che la cingono).
La gente. A Villaggio 1° Maggio sembra tirare un’aria diversa rispetto alla vicina Gaiofana. Ricorderete qualche settimana fa, nel nostro viaggio in periferia, i residenti ci avevano raccontato la loro rabbia per essere solo un quartiere dormitorio. A Villaggio, invece, la situazione è un po’ differente.
“Sono arrivati, sì, tanti alloggi per lavoratori, però anche alcuni servizi”, dicono molti residenti del super quartiere. Il verde non abbonda, anzi manca un vero e proprio giardino pubblico di zona, però i viali offrono passeggiate distensive per i tanti padroni di cani e genitori con passeggino. Un punto di ritrovo storico è il «Bar Bianchi» sulla via Montescudo, nella parte vecchia della frazione. In questo locale che chiamano la «conca» si incrociano giovani e anziani del posto.
“Questo luogo è un’istituzione – dicono alcuni ragazzi durante un aperitivo – di qui sono passate tutte le generazioni di Villaggio 1° Maggio, e la cosa bella è che i giovani si mescolano con gli adulti; chiacchierano, scherzano, si prendono in giro, parlano di sport, politica, del quartiere, della gente…”.
Il clima, infatti, è quello scanzonato dei bar di paese, tra battute in dialetto e saluti, dove tutti si conoscono e dove non mancano i «personaggi» caratteristici, come in un film felliniano. Dal look più moderno è il «Café Primo Bacio» il cui staff giovane raccoglie altrettanta gioventù. Qui incontriamo anche chi, dopo aver salutato gli amici al «Bar Bianchi», viene a prendere una seconda birra.
“Sarebbe bello avere una struttura dove poter dar sfogo alla creatività, ma ad oggi il bar è l’unico punto di ritrovo per i giovani – raccontano alcuni ragazzi del Café – parliamo spesso tra noi giovani di dare vita a qualcosa… un centro di aggregazione che si apra anche alle famiglie con laboratori per attività manuali, ad esempio, o per organizzare feste a tema con musica. E poi servirebbe anche uno spazio pubblico all’aperto, una piazza, una pista da skate…qualcosa che porti le gente, e soprattutto i giovani, fuori, li convinca a relazionarsi e ad usare il cervello, oltre che il computer”.
Insomma, gli stimoli da parte della comunità ci sono, manca un’ulteriore spinta verso la concretizzazione. È comprensibile che dato il volume, oramai da piccola città, di Villaggio 1° Maggio, si senta sempre di più l’esigenza di spazi pubblici, oltre che i servizi base già presenti. Un altro punto di ritrovo giovanile è la pizzeria d’asporto «Pizzicotto».
“C’è tanto movimento da noi – è contento il pizzaiolo nel ricordare i suoi clienti abituali – ancor di più in estate i ragazzi popolano i tavolini esterni, si ritrovano qui soprattutto nel fine settimana, la sera prima di uscire. Siamo molto soddisfatti di come vanno le cose”.
Punto debole. Il grande neo del Villaggio è il traffico di via Montescudo e l’incrocio con la Statale. C’è chi dice che la viabilità scoraggi l’uso di biciclette, soprattutto per chi accompagna dei bambini, chi invece sottolinea che in poco tempo è possibile raggiungere il centro e il mare. Nel tempo sono persino sorti comitati pro e contro ciclabile (alcuni avrebbero preferito più parcheggi). Sta di fatto che la nuova opera consente ai vicini di Gaiofana di raggiungere Rimini in maggiore sicurezza.
“Negli anni sono stati fatti piccoli interventi atti a decongestionare l’arteria – spiega Davide, un residente – come rotonde o strade, ma il problema persiste. Ad ogni modo qua mi trovo bene, ci sono i servizi di cui ho bisogno e col motorino sono in centro in un attimo. I nuovi residenti, poi, sono tutti molto giovani, venuti qui in virtù dei prezzi più bassi della prima periferia, e hanno portato nuova linfa a Villaggio”.
Pensionati. Per rispondere alle esigenze dei tanti anziani è da poco entrato in funzione il «Sindacato dei Pensionati» di zona.
“Raccogliamo oltre mille persone in tutto il quartiere 6, di cui 300 sono gli iscritti di Villaggio 1° Maggio – spiega il responsabile, Pacifico Fabiani – forniamo servizi per gli anziani, ad esempio, li aiutiamo a compilare domande di invalidità e di esenzione. Quando vengono indette manifestazioni ci attrezziamo per seguirle. Organizziamo incontri a tema, attività culturali, serate sul dialetto, feste…”.
Quali sono i principali problemi accusati dai nonni?
“Le pensioni troppo basse e la disoccupazione dei familiari, sia figli che nipoti”.
Per il resto, sembrano vivere bene nel quartiere.
“Non abbiamo riscontrato casi di isolamento di anziani. Alcuni pensionati fanno volontariato e portano la spesa a casa di quelli più deboli; gli altri sono aiutati dalle famiglie”.
Unico problema, “non ci sono molti punti di ritrovo nel quartiere, talvolta ci incontriamo a casa di qualcuno per allestire un piccolo pic nic con animazione. Ci piacerebbe organizzare dei gruppi tematici, come il gruppo pensionate o la ginnastica o l’educazione alimentare, ma non sappiamo dove allestirli. Vaghiamo un po’ come vagabondi”.
Mirco Paganelli