Queste Olimpiadi invernali a Rimini ce le ricorderemo soprattutto per il bulirone locale su Sochi, dalla mancata collaborazione nonostante il gemellaggio alla divisione sull’opportunità o meno del gemellaggio stesso con un posto dove governa il Putin. Ma facendo un passo indietro, ammettiamolo: chi se li filava i gemellaggi in periodo preolimpico? Provate a dire, senza guardare su internet o di fianco all’ingresso del Municipio, qualche nome di città gemellata con Rimini. Personalmente ricordo la cinese Yanghzou, con la quale effettivamente ci si sta lavorando viste le prospettive del mercato cinese: sono stati qua anche di recente, loro che possono permetterselo. E poi l’americana Fort Lauderdale, per il nome fichissimo che mi faceva tanto Tex Willer prima di scoprire che è un tipico centro balneare della Florida, che sta a Miami Beach come xxxxxxxxx sta a Rimini (i nomi delle frazioni li ometto per evitare incidenti diplomatici). Di Saint-Maur-des-Fossés (Francia), Seraing (Belgio) e Ziguinchor (Senegal) sinceramente non mi sovvenivo. Ma ha davvero senso nel mondo globalizzato di oggi ragionare ancora di gemellaggi come una volta? Magari mi sbaglio, ma mi sanno un po’ dei bei tempi andati quando una delegazione in visita alla città gemellata a spese pubbliche non faceva scandalo. Non c’è un modo per essere diversamente gemellati? Se proprio ci si vuole legare a una città, non le si può chiedere l’amicizia su Facebook?