Un patto di solidarietà da oltre 200mila euro. A tanto ammonta la somma raccolta fino ad oggi dal Fondo per il lavoro.
Istituito dalla Diocesi di Rimini per affiancare all’aiuto alle famiglie colpite dalla crisi economica, una soluzione al dramma dilagante della disoccupazione con la creazione di nuovi posti di lavoro, il Fondo ha attirato l’adesione di banche, imprese, cooperative, associazioni del terzo settore, parrocchie e singoli privati. Perché di fronte alla crisi che avanza, alle imprese che chiudono o falliscono e alla disoccupazione che cresce (5.000 posti di lavoro persi, in provincia, nel 2013 e altri 5.000 a rischio nel 2014 con l’esaurimento degli ammortizzatori sociali) non si può continuare a far finta di nulla.
A sottolinearlo è stato lo stesso Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi nell’annunciare l’iniziativa, lo scorso 13 ottobre in occasione dell’assemblea pastorale. Il vicario generale don Luigi Ricci ha incalzato il messaggio del Vescovo: “Siamo partiti da un dato di fatto: assistiamo a situazioni sempre più drammatiche tra chi perde il lavoro, in moltissimi casi famiglie con bambini. Ma abbiamo voluto anche dare seguito ai frequenti appelli del nostro Papa che ci invita a una fede incarnata. Lanciando il nuovo anno pastorale sul tema dell’Eucarestia e della Messa, ci sembrava doveroso ricordare che la verità della Messa non si costruisce solo in chiesa ma nella solidarietà concreta sul territorio”.
Tre gli obiettivi. Assegnazione di borse lavoro tramite bandi, sostegno alle persone che si trovano in difficoltà economica a causa della crisi e contributi a nuove start up, sempre tramite bando: queste le finalità del Fondo. Due i gruppi al lavoro in ambito diocesano: uno per la promozione e comunicazione del progetto, l’altro per lo studio dei bandi e la loro attuazione. Su quest’ultimo fronte molto dipenderà dalla cifra definitiva che si riuscirà a raggiungere.
Il soggetto giuridico chiamato a gestire il Fondo è l’associazione Madonna della Carità che fa capo alla Caritas diocesana. A garanzia del Fondo e dei progetti d’impiego che verranno attivati, c’è un Comitato autorevole di cui fanno parte, oltre al Vicario della Diocesi, il Prefetto di Rimini Claudio Palomba, il Presidente del Tribunale di Rimini Rossella Talia, l’economista riminese Stefano Zamagni e Maurizio Focchi, vicepresidente Confindustria Emilia Romagna.
Verrà poi costituita una commissione tecnica chiamata a mettere in atto le azioni stabilite.
Le adesioni. Ai 100mila euro già versati dalla Diocesi nel conto aperto per l’occasione presso Banca Carim (attraverso il Fondo Caritas diocesana/nazionale) si sono aggiunti, in ordine di importo: 25.330 euro complessivi da parte di cittadini privati; 20.000 euro da Banca Carim; 10.000 euro da un altro istituto di credito, Banca di Rimini; altri 10.000 da Confindustria Rimini; altri 10.000 dalla Parrocchia di San Girolamo così come da quella del Cuore Immacolato di Maria. 5.000 euro sono stati versati da un’azienda privata, Bluenext Srl, 3.550 da un’altra parrocchia, Sant’Agostino, 3.058 dalla parrocchia di San Salvatore, 3.000 dalla Cooperativa sociale La Formica, 1.702 dalla comunità parrocchiale di Sant’Andrea dell’Ausa, 1.630 dlla parrocchia di San Mauro Vescovo, 1.500 dalla Pia Unione per la Santa Messa, 1.000 dalla parrocchia San Pietro e altrettanti da quella di San Lorenzo in Correggiano. Altri contributi sono arrivati da Cammino Neocatecumenale(830 euro), dalla parrocchia di San Martino dei Mulini (830),Cristiani nel mondo del lavoro (600 euro), l’azienda Brema Srl(500), la cooperativa La Goccia (300), UniRimini Spa(200 euro). In totale, 30.000 euro sono arrivati dal mondo bancario, 25.440 da privati, 35.750 euro da parrocchie e associazionismo, 19.000 dall’imprenditoria.
L’interesse non manca. Altre realtà riminesi stanno promuovendo il Fondo per il lavoro voluto dalla Diocesi, per raccogliere nuove adesioni. È il caso della Compagnia delle Opere riminese che ha provveduto a far conoscere ai propri associati gli obiettivi del Fondo e a incoraggiarne l’adesione. “L’iniziativa – fanno sapere i vertici della CdO in una nota – è un esempio molto significativo di una compagnia concreta alle persone ed alle imprese in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo”.
Alessandra Leardini