Attività di gioco o sport, con un benda sugli occhi, una cena al buio: per capire, entrare in un mondo. Quello dei non vedenti e ipovedenti. È ciò che avviene durante il corso di formazione sull’ospitalità inclusiva delle persone con minorazione visiva che partirà il 13 febbraio. Positivi i risultati dello scorso anno.
“Hanno partecipato al corso – spiega la coordinatrice, Milena Benvenuti – circa 25 persone tra albergatori, bagnini, e altri operatori del settore. Un corso utile a tutti perchè insegna come interagire con la persona non vedente. A volte, ad esempio, non occorre aiutare, questo deve avvenire solo se è la persona a richiederlo, se attraverso la strada insieme non devo per forza prendere sotto braccio chi non vede e così via”.
Una serie di consigli pratici e non da utilizzare con le persone disabili. Per scoprire che queste spesso hanno molte più risorse di quanto si pensi.
“Vi sono diverse persone che vanno in vacanza da sole, anche senza il classico cane per ciechi. Ho conosciuto una donna che lo faceva. È bastato mostrarle una sola volta la strada per raggiungere il mare dall’albergo, già la seconda volta era lei a fare strada a me!”.
Il corso, organizzato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti onlus della provincia di Rimini, con il patrocinio dell’ente di Corso d’Augusto, ha come sede la fondazione Enaip e si svogerà per 6 giovedì nelle ore pomeridiane. Seguirà la cena al buio (per info: 0541-367108 Enaip o 338-1986224). Quest’anno parteciperanno al corso, tenuto da docenti dell’università di Rimini e da Marco Fossati dell’Iri.For. Istituto di ricerca di Firenze, anche sei studenti dall’ateneo cittadino. Le tematiche spazieranno dall’orientamento, alla comunicazione, alla tecnologia come ausilio. Speciale bollino finale, da utilizzare per la promozione, ai partecipanti. Un’esperienza dalla quale nascono proposte: menù in braille negli alberghi, pavimentazione diversa ai semafori, oltre ai segnali acustici. Idee non solo scaturite dal corso, alcune da anni rivendicate dalle associazioni come diritto.
“Lavorare per rendere più autonome le persone con disabilità significa anche aumentare le opportunità turistiche del nostro territorio – ha spiegato durante un recente convegno, Pier Domenico Mini, presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Rimini – in Italia il mercato potenziale riguardante il turismo accessibile comprende 4 milioni di persone alle quali spesso si aggiungono familiari o accompagnatori. Intercettare una parte di questi turisti, con strutture adeguate per poter trascorrere una vacanza, quale miglior biglietto da visita per una città come Rimini, votata all’accoglienza?”.
Parlare di «Turismo per tutti» significa spaziare dalla disabilità visiva a quella motoria fino a quella psichica. Sono tante nel nostro territorio le esperienze positive i questo senso. Ma si può ancora migliorare.
“Nel nostro territorio ci sono strutture che possono essere considerate accessibili – ha spiegato Paolo Vignali, esperto sulla tematica, in una recente intervista pubblicata su Tutto Rimini Economia – diversi alberghi e ristoranti, con piccoli accorgimenti non onerosi, potrebbero qualificare la loro offerta nella direzione del turismo per tutti”.
Sul sito www.riminiprovinciaccessibile.it si può monitorare l’accessibilità della propria struttura.
Silvia Ambrosini