Un impero finanziario da 49 milioni di dollari all’anno: questi i conti in tasca a Jordan Belfort, il protagonista del nuovo film di Martin Scorsese, scritto da Terence Winter (il creatore del serial Boardwalk Empire) che ha adattato il libro di memorie dello stesso Belfort (che compare in un cameo), uomo costruitosi da solo, tutto denaro e sregolatezza, eccessi e vita lussuosa, capace di reinventarsi dopo la “botta” del famigerato “lunedì nero” di Wall Street nel 1987, ripartendo da una piccola società e creando in poco tempo una “macchina da guerra” per far soldi in modo non certo limpido. Belfort, per anni sorvegliato speciale dall’FBI, viene rievocato in questo ritratto di 179 minuti costruito su atmosfere adrenaliniche. Scorsese preme giustamente sull’acceleratore di uno stile sopra le righe, colorato e “luccicoso” per raccontare al meglio la personalità di quest’uomo d’affari unico nel suo genere e molto cinematografico.
La “corsa” di Scorsese per presentare al pubblico Belfort, oggi riciclatosi come consulente di vendite dopo quattro anni passati in carcere, coinvolge Leonardo Di Caprio alla quinta collaborazione con il regista di Taxi Driver, interprete ideale per vestire i panni dell’irrefrenabile Belfort, e poi Jonas Hill, la bionda stile playmate Margot Robbie, Kyle Chandler, il regista Rob Reiner e Matthew McCounaghey che in una sintetica apparizione esprime la filosofia per fare denaro nel miglior modo possibile.
Modello certo da non imitare quello di Jordan Belfort (il film è giustamente vietato ai minori di anni 14), evidenziate in un’operazione di ottimo livello, con l’attraente capacità registica del maestro americano, ancora una volta capace come pochi di raccontare figure complesse nel suo personale cinema.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani