“Ci sono persone che nelle attuali condizioni della società umana non sono capaci di vedere altro che rovine e guai. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunciano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo”. È il famoso monito di Giovanni XXIII, ripreso nella sua esortazione da papa Bergoglio. Due uomini accomunati da una speranza, anzi dalla certezza, che nasce dalla fede nel Risorto, che il bene è più forte del male, che la morte è stata vinta dalla Vita. Utopie a buon mercato? Sogni per gli imbecilli?
Eppure non è affatto vero che il sogno sia lontano dalla realtà o addirittura un suo tradimento. Anzi. Le grandi svolte nella storia sono nate dai grandi sogni; da persone che hanno guardato avanti, sfidando la derisione di quelli che si dice abbiano i piedi ben piantati per terra. Sono proprio i grandi sognatori che hanno dato i contributi più concreti al progresso umano. Quando celebriamo Nelson Mandela, celebriamo un sogno di libertà che si è fatto storia nel Sudafrica dell’apartheid e molto oltre i suoi confini. Don Tonino Bello li chiamava “sogni diurni”.
Bisogna però intendersi. Esistono infatti dei sognatori che inseguono dei miraggi e non cambiano nulla, piccoli sognatori. La differenza tra grandi e piccoli sognatori, sta nel fatto che il grande sognatore dà la vita per il suo sogno, mentre il piccolo sognatore non muove un dito per realizzarlo. Il vero sognatore, il profeta, sa che il sogno è affidato anche a lui e diventa realtà solo se lui vi si gioca.
Nel Vangelo di Matteo, il sogno spesso è il tentativo discreto di Dio di entrare nella storia degli uomini. Dio parla a Giuseppe, lo sposo di Maria, attraverso i sogni. Il primo è quello nel quale l’angelo gli rivela la maternità della sua promessa sposa. Ce ne saranno altri due: quando in sogno verrà suggerito a Giuseppe di andare in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode e infine quando saprà in sogno che Erode è morto e può quindi tornare in patria con la sua famiglia. Il sogno nella Bibbia è il segno del mistero che si sta compiendo, del fatto che è Dio ad agire.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium scrive: “Il nostro sogno vola più alto. Non parliamo solamente di assicurare a tutti il cibo, o un decoroso sostentamento, ma che possano avere prosperità nei suoi molteplici aspetti”. Se non siamo capaci di sogno non riusciamo a creare vita, a costruire il nuovo e l’insperato. “… La città nuova inizia dove un bambino impara a costruire provando a impastare sabbia e sogni inarrivabili” diceva Danilo Dolci.
Giovanni Tonelli