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La vedovanza cristiana al servizio della Chiesa

L’uomo saggio è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche (Mt 13,52).
Tra le cose antiche che i nostri pastori stanno estraendo dal tesoro della Chiesa, ve ne sono alcune che profumano di fragrante novità, perché rispondono alle sfide attuali della Chiesa.
Contro ogni ragionamento umano, l’assoluta creatività dello Spirito Santo sembra voglia rispondere alla crisi della famiglia e a quella della speranza con uno dei tanti “geni” femminili: quello della vedovanza cristiana.

Certamente a nessuno sarebbe venuto in mente(!), ma anche al Signore, sappiamo, piacciono le donne e a loro sembra rivolgersi nei tornanti più difficili della storia.
Ma andiamo per gradi.
In alcune Diocesi italiane sta infatti rinascendo l’antico Ordine delle vedove (Ordo viduarum), nato in tempi apostolici e sviluppato in parallelo all’Ordine delle vergini.
Legato alla Chiesa locale anch’esso ha il suo riferimento nel vescovo diocesano, che ne cura l’ammissione, la formazione e il servizio nella Chiesa.
>Ma di cosa si tratta?
L’Ordo Viduarum è una speciale categoria di persone della Chiesa diocesana (come le vergini, i diaconi, i presbiteri), che consacrano al Signore la loro vedovanza, emettendo un proposito di castità, definitivo, per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa, tra cui spiccano le loro e le altre famiglie.
Mediante il Rito liturgico di Benedizione esse si impegnano a vivere con più profondità non solo il loro Battesimo, ma anche la sponsalità propria del Matrimonio, a cui Dio continua a chiamarle come mamme e nonne.

Impegni
Principale compito della vedova consacrata è la preghiera per la comunità cristiana in cui vive (parrocchia, associazione, diocesi). Ha cura di svolgerlo non solo individualmente, ma anche con la sua famiglia e, naturalmente, con la comunità cristiana in cui è inserita. Di solito partecipa alla S. Messa quotidiana e celebra la Liturgia delle Ore.
Vi è poi il servizio alla Chiesa e, principalmente, alla sua famiglia in cui vive la sua vocazione matrimoniale, come mamma e nonna, nella quale si fa ora presente anche come “donna di Dio”. Nella comunità cristiana svolge un particolare ministero: quello della consolazione, nei confronti di ogni forma di sofferenza (fisica, psicologica, morale). Suo compito è infatti rendere gloriosa la croce di ogni cristiano.
Il suo stile di vita è evangelico, ossia povero, obbediente e casto, perché tende a conformarsi a Cristo.

Rito di benedizione
A tutt’oggi non esiste un Rito di Benedizione della Chiesa, ma ogni Diocesi deve promulgare il proprio. Di solito si fa riferimento a quello della Diocesi di Parigi, la prima ad averlo promulgato dopo il Concilio Vaticano II e poi confermato dalla Santa Sede (1984).
Il Rito liturgico non incorpora in un istituto religioso o secolare, né in una associazione, ma dà luogo a una consacrazione individuale e definitiva. La vedova diviene così “persona benedetta” o “consacrata” e il suo nome è iscritto nell’albo diocesano dell’Ordo viduarum.
Ministro del Rito è di norma il presbitero.

Condizioni per l’ammissione
In base alla tradizione si richiede di aver ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Confermazione e avere validamente contratto il Matrimonio, poi sciolto per la morte del coniuge. Non può essere ammessa all’Ordo la vedova che si è di nuovo sposata. Deve godere di buona stima.
Sull’età, le fonti oscillano tra i 45 e i 60 anni, ma è comunque a discrezione del vescovo, come pure l’ammissione e la formazione previa e permanente.

Pagina a cura
di Elisabetta Casadei