Seconda puntata del nostro viaggio tra le zone del forese che chiedono più attenzione. Oggi è la volta di Santa Giustina che da anni lamenta il problema del traffico.
“Lo scorso 24 marzo, in un giorno feriale qualunque – conferma Giuseppe Fabbri, storico portavoce del Comitato dei residenti – abbiamo contato 28.515 vetture, una per una. Così non si può andare avanti, vogliamo proteggere gli uomini e le donne che abitano qui!” .
Proprio per questo sono state raccolte 989 firme. L’obiettivo è convincere il Comune a creare una nuova circonvallazione.
“La nostra prima conquista fu il semaforo che di fatto ha rallentato il traffico e ha permesso una maggiore sicurezza. Nel tratto che attraversa l’abitato ci sono trenta accessi a raso: l’immissione è pericolosa, e così anche l’attraversamento pedonale. Per questo all’epoca abbiamo detto che preferiamo morire di smog che sotto una macchina”.
Oggi, però, l’aria è diventata irrespirabile, anche a causa del passaggio dei mezzi pesanti che servono il depuratore e il biodigestore di Santa Giustina.
“Dato che non è stato previsto un percorso alternativo, frotte di camion attraversano il centro – prosegue il portavoce del Comitato dei cittadini – abbiamo registrato punte di 150 passaggi in una sola giornata. Il tutto in una stradina (via Fiumicino, ndr) larga poco più di 3 metri” .
Naturalmente le preoccupazioni dei residenti riguardano la salubrità del terreno, oltre che dell’aria. L’opinione pubblica è ancora scossa dal caso di cromo esavalente (composto nocivo) individuato in un campione di fango sul quale poggia un processo ancora in corso e per il quale si attende la sentenza del Tribunale. Lo stesso cattivo odore dell’aria strema i residente.
“Non ne possiamo più – racconta un contadino che vive a pochi metri dall’impianto – l’aria è così irrespirabile che a volte brucia la gola”.
Insomma, le problematiche non mancano.
Mirco Paganelli