Prendete la carne di uno dei macellai storici di San Vito. Aggiungete il pane sfornato nella bottega sotto casa, dieci giovanissimi in divisa personalizzata, una simpatica Ape e una pagina Facebook con oltre 2.700 fans. Il piatto finale è un hamburger che non avete mai assaggiato nelle multinazionali o, meglio, un “social burger”. Così ama definirlo il suo ideatore, Federico Bordoni, a 24 anni papà di un progetto imprenditoriale capace di unire uno dei mestieri più antichi con uno sguardo sul futuro. Convinto di seguire le orme del padre che porta avanti la macelleria nel suo paese dagli anni ’60, Federico vuole qualcosa di più: un progetto che riassuma tutta la sua persona. Così è nato “Birgo Burger”. “La carne di mio padre è sempre stata molto apprezzata – racconta – perché non utilizzarla per preparare degli hamburger genuini, sani e adatti per tutti, dal bambino di tre anni ai clienti più anziani? E perché non vendere questi hamburger, oltre che in macelleria, direttamente a domicilio?”.
Il prodotto non basta e Federico pensa di arricchirlo con un contorno tutto suo: un’immagine capace di distinguere fin da subito quegli hamburger, un nome originale (Birgo è il soprannome del nonno), un’Ape che rimanda ancora alla famiglia (fu il primo mezzo di trasporto di nonno Birgo) e una promozione sui social network che in poco tempo (l’attività è partita i primi di dicembre) si è già rivelata efficace con oltre 2.700 “mi piace” su Facebook. Ad accompagnare Federico in questa avventura sono il fratello Filippo (con lui nella foto) e una decina di amici. Tutti , a rotazione, girano per il paese con il costume da suino per fare promozione, e si mettono alla guida dell’Ape per le consegne. Le richieste arrivano da tutta la valle, anche da Rimini. “Ma per motivi organizzativi, per ora siamo in grado di coprire solo le zone di San Vito e Santarcangelo” allarga le braccia Federico. Prima o poi, con più forze e più mezzi, sarà possibile macinare più chilometri. Per ora meglio muoversi per gradi. E continuare a farsi conoscere sia nella vetrina virtuale che nelle strade. “I bambini sono contentissimi quando ci incontrano e in una classe della scuola primaria di San Vito, quando la maestra di matematica ha proposto un problema da risolvere, dei ragazzi hanno suggerito di farlo sui nostri hamburger! – racconta Federico – Una delle bambine ci ha anche portato il disegno fatto a scuola in macelleria”. Il social burger a Km 0 della nonna piace.
Alessandra Leardini