Cosa c’è dietro un regalo? C’è un negozio che avete visitato qualche mese fa appuntandovi mentalmente “qui ci devo tornare per i regali di Natale”. E quando tornate è già chiuso per cessata attività e anche quest’anno andate a finire per forza all’ipermercato. C’è una coda di venti minuti per pagare un articolo solo perché le casse saranno pure cinquanta, ma le cassiere un terzo se va bene. E nessuno vi fa passare perché nelle file a Natale siamo tutti più carogne che mica c’è tempo da perdere. C’è l’anziana dietro di voi che vi guarda spazientita perché voi siete un eccentrico che ha deciso di pagare con la carta di credito e la commessa deve stampare uno scontrino in più e farvelo firmare (poi lei ci metterà il doppio perché deve vedere in fondo al borsellino se ha tutti gli spiccioli, ma questa è un’altra storia). C’è uno scontrino che infilerete frettolosamente in tasca e ovviamente quei pantaloni finscono in lavatrice, e altrettanto ovviamente quello è l’unico regalo che dovrete cambiare perché è un doppione e lo scontrino dove accidenti lo avete messo? E c’è dall’altra parte il destinatario del vostro dono che, convinto di togliervi quel magone da crollo nervoso incipiente, vi stende con la solita, inevitabile frase: “Non ti preoccupare, è il pensiero che conta”.