Cominciamo con il farla facile: non ci sono più le stagioni di una volta. L’Arpa fa i conti con l’anno che sta per chiudersi e ciò che si scopre è un clima sempre più pazzerello e un sistema “mondo” che cambia e che si modifica per effetto delle azioni degli uomini.
Il bilancio per quel che riguarda l’inquinamento di aria, acqua e ambiente non è del tutto negativo anche se non si possono chiudere gli occhi davanti a quelle 534 ispezioni in provincia di Rimini, legate a illeciti di diversa natura: dal rumore, al suolo, agli scarichi, ai rifiuti.
A questo proposito è stato lo stesso Mauro Stambazzi, direttore Sezione provinciale Arpa a parlare “di un aumento del 20% dei reati legati ai cicli di rifiuti, rispetto all’anno scorso”.
Delle 534 ispezioni: 162 sono state realizzate su rifiuti, appunto (21 quelle derivate da segnalazione dei cittadini); 105 ispezioni si sono concentrate sullo stato di salute dell’aria (44 segnalate dai cittadini); 108 verifiche agli scarichi; 73 relative al rumore; 17 realizzate sul suolo; 34 su altre matrici.
Da precisare che le ispezioni previste dovevano essere 450, le 84 aggiuntive sono dovute a maggiore controllo, anche per effetto delle segnalazioni dei cittadini.
49 invece i provvedimenti, con 38 notizie di reato, 15 delle quali arrivate grazie a segnalazioni di cittadini. 3 le sanzioni amministrative e 8 le proposte di provvedimento amministrativo.
Dopo i rifiuti è stato l’inquinamento atmosferico quello maggiormente monitorato da Arpa. “Trasporto stradale, impianti di riscaldamento civile ed emissioni produttive sono tra le principali cause dell’inquinamento atmosferico” continua Stambazzi. Sono cinque le stazioni di monitoraggio dell’aria della Provincia di Rimini: due a Rimini (parco Marecchia e via Flaminia), una a San Leo (di prossima apertura rileverà quella di Mondaino), una a Verucchio e una a San Clemente. I dispositivi hanno sensibilità diverse e rilevano “particelle” diverse ma tutte, tranne quella di San Clemente, sono in grado di dirci qualcosa sui livelli di Pm10, elementi finissimi derivanti – per la maggior parte – da trasformazione in particelle liquide o solide di alcuni gas (composti dell’azoto e dello zolfo) emessi da attività umane. I dati disponibili, relativi al 2012, parlano di 88 sforamenti dei limiti consentiti di emissione di Pm10 registrati nella sola stazione di via Flaminia, 67 al parco Marecchia.
Ma è il cambiamento climatico a farla da padrone. Estati più calde che rendono la stagione siccitosa e precipitazioni concentrate in autunno. Basti pensare che in Emilia Romagna la temperatura media della stagione è salita di due gradi e mezzo rispetto all’arco temporale 1961-1990 (preso come periodo di riferimento), con i giorni di temperatura superiore ai 35 gradi che sono raddoppiati, passando da 5 a 10 giorni. È vero, cadiamo nell’ovvio, ma non ci sono più le stagioni di una volta.
Angela De Rubeis