Un patto di solidarietà per salvaguardare la dignità di ogni persona e alzare un argine concreto contro uno degli effetti più gravi risultanti della crisi: la disoccupazione. La Diocesi di Rimini ha preso sul serio la proposta di papa Francesco di non far scomparire la parola “solidarietà” dal vocabolario ed è scesa in campo creando un fondo per il lavoro in grado di aiutare i disoccupati che nel riminese sono passati da 12 a 15mila (dati Istat 2012), cioè il 9,8% che è il più alto in Emilia Romagna. “ La necessità di offrire lavoro per dare dignità alla persona e contro la globalizzazione dell’indifferenza, sono appelli che non possono rimanere inascoltati dalla comunità cristiana ” precisa il Vicario Generale don Luigi Ricci.
In occasione dell’assemblea pastorale di domenica 13 ottobre era stato lanciato un progetto concreto in grado di distribuire incentivi economici per l’avvio di nuove attività lavorative e, al tempo stesso, di stimolare l’assunzione di persone disoccupate. Si tratta di un Fondo costituito da un conto corrente bancario, attivato presso l’associazione di volontariato Madonna della Carità (che fa capo alla Caritas diocesana) nel quale la Diocesi ha già versato 100mila euro. Come il pane spezzato distribuito da Gesù agli apostoli quale segno di condivisione nell’Eucaristia, l’idea che sta alla base del fondo è la donazione volontaria, che dovrebbe portare ad una moltiplicazione della prima cifra investita.
Come funzionerà il Fondo
Prima fase: la Raccolta
Il soggetto che formalmente gestisce la raccolta fondi destinata al sostegno occupazionale è la Caritas della Diocesi di Rimini con conto corrente: IBAN IT87Y0628524206CC0068074294 (Banca Carim filiale San Giuliano Rimini) intestato all’associazione di volontariato Madonna della Carità. Sarà possibile aderire al Fondo anche tramite carta di credito e PayPal mediate un sito internet, www.fondoperillavoro.it.
L’invito a contribuire è rivolto a tutti. Ciascuno può fare la propria parte, ogni libero cittadino, secondo le proprie possibilità. I lavoratori, le attività imprenditoriali artigiane, industriali, del commercio e del terziario, le associazioni, le parrocchie, le istituzioni pubbliche e private, le banche, le associazioni di categoria e ogni persona di buona volontà.
Molto importante in questa prima fase è anche la diffusione della conoscenza del Fondo. Ciascuno può fare la propria parte: parlandone, facendo conoscere, diffondendo con i vari mezzi di comunicazione personale, lettere, mail, social, messaggi, passaparola, ecc.
La seconda fase: i Progetti
Parallelamente un “gruppo tecnico” di lavoro sta elaborando i progetti di sostegno al lavoro che verranno pubblicati a partire dal mese di gennaio 2014.
L’obiettivo è chiaro: dare sostegno al lavoro di persone in difficoltà proprio perché il lavoro non ce l’hanno.
Due i percorsi individuati:
– Aiutare nuove attività imprenditoriali mediante un sostegno misurato nel tempo.
– Aiutare l’inserimento lavorativo in azienda per persone disoccupate e inoccupate con
l’assegnazione di borse lavoro.
Compito del “gruppo tecnico” è elaborare appositi bandi che determinino i criteri di ammissione e di valutazione per le due modalità di sostegno al lavoro.
Anche le Caritas territoriali svolgeranno un significativo lavoro di relazione e contatto con tutte quelle persone che vivono situazioni di difficoltà a causa della mancanza di lavoro.
Sempre mediante la Caritas verrà istituito un apposito sportello informativo per verificare come attingere ad altri eventuali fondi (Comuni, Camera di Commercio, Regione, disposizioni legislative, ecc.), e ove possibile come servizio di valutazione e collegamento tra domanda e offerta di lavoro.
Comitato di Garanzia
A tutela della trasparenza e a garanzia per tutti coloro che aderiranno al Fondo con una propria donazione, è stato costituito un Comitato di Garanti composto dal Vicario Generale della Diocesi di Rimini, mons. Luigi Ricci, dal Prefetto di Rimini il dott. Claudio Palomba, dalla presidente del Tribunale di Rimini dott.ssa Rossella Talia, dal presidente di Eticredito dott. Maurizio Focchi e dal professore Stefano Zamagni.
Tutte le persone impegnate nel Fondo, daranno la propria disponibilità a titolo gratuito. I contributi pervenuti, saranno quindi totalmente impiegati per le finalità del Fondo.
Alle persone aiutate attraverso il Fondo verrà richiesto l’impegno morale di una graduale restituzione del “credito”, qualora vi siano le condizioni, come ulteriore richiamo alla solidarietà e per continuare ad implementare il Fondo in futuro, così da mettere in moto un circolo virtuoso di reciproca solidarietà.