Quando un semplice cartello fuori da un negozio basta ad aprire un dilemma interiore. “Tutto per il Natale”: trovandosi all’esterno di una cartoleria è evidente che il riferimento è ad addobbi & affini. Ma allargando la domanda, cosa serve perché il Natale abbia davvero tutto? Sicuramente qualcosa in meno rispetto a qualche anno fa, se no che parliamo a fare di crisi, recessione, essenzialità etc etc? A cosa rinunciare, allora? Qualche scuola rinuncia al presepe, ma lì è questione di un malinteso che confonde la negazione delle proprie radici col rispetto per le altre culture. A casa al presepe non si rinuncia, all’alberello neanche e neppure a qualche luce sul terrazzo. Senza esagerare, perché l’occhio vuole la sua parte ma anche la bolletta la sua. A Rimini qualcuno ha lodevolmente rinunciato a un’istituzione come la cena aziendale natalizia per devolvere in beneficenza il corrispettivo. Iniziativa coraggiosa ma chiaramente attuabile solo con una forte condivisione interna. Se c’è qualcosa a cui rinunciare, sempre che non li abbiate già comprati in tempi non sospetti, vi chiedo per favore di lasciar stare i babbonatale rampicanti, anche quelli da pochi euro. Quelli si che sono il simbolo degli anni andati, quando spendere per orpelli inutili non sembrava inopportuno. E se proprio non potete fare a meno di esporli, almeno appendeteli in modo che non sembrino impiccati.