È stata una delle prime istituzioni, oltre centocinquanta anni fa, della fondatrice delle Maestre Pie. Oggi la congregazione è presente anche in altri continenti e suor Elisabetta Renzi è già beata, ma le religiose continuano sulle sue orme a prestare risposte ai nuovi poveri incontrati lungo il cammino. E così la struttura parrocchiale di Roncofreddo da “Conservatorio delle fanciulle” si trasforma e apre le braccia a donne sole in difficoltà o vittime delle violenza, madri con bambini e ragazze incinta.
Si chiama “Comunità Amiris” il progetto avviato dalle Maestre Pie dell’Addolorata del Merlara di Savignano. I lavori di ristrutturazione e manutenzione dell’edificio di Roncofreddo sono partiti in settembre: qui saranno accolti sei nuclei di mamme con bambini. “A Roncofreddo continuiamo ad occuparci della Scuola Materna, – racconta la genesi del progetto suor Mirella Ricci, che ne è la responsabile – ma da alcuni anni ci chiedevamo come ravvivare la Casa, come riaccendere il fuoco della carità rendendola un luogo ospitale e accogliente per i nuovi poveri che bussano alle nostre porte o che incontriamo per la strada”.
La risposta non ha tardato ad arrivare. Le richieste di aiuto ed accoglienza di madri in difficoltà si sono infatti moltiplicate, e sulla scia di questa chiamata le religiose hanno pensato ad una dimensione accogliente per queste donne bisognose di aiuto e per i loro figli. La Comunità Amiris era già in embrione.
Perché Amiris? Il nome composto è segno di incontro, sorgente e radice è l’amore. Am, in latino significa “tu sei amato” mentre Iris vuol dire “su di te la benedizione del Signore si fa protezione con il segno dell’arcobaleno”. Lo stesso arcobaleno di mani e di abbracci tra adulti e minori che è il colorato simbolo adottato per questa nuova avventura.
Il progetto tecnico è nelle mani dell’architetto savignanese Francesca Pirini, mentre il dott. Andrea Bacchini, il coordinatore del Merlara, e suor Mirella fanno la spola tutti i giorni da Savignano per seguire l’andamento dei lavori, scegliere l’arredamento, seguire le varie ditte. “Avremmo voluto inaugurare la Comunità a Natale – ammette l’architetto Pirini – ma l’opera non è ancora terminata. Aspettiamo l’autorizzazione per accogliere le mamme con bambini”. Due religiose Maestre Pie sono già pronte, a braccia aperte. La struttura, una volta ultimata, conta sei camere di cui due con bagno, più ulteriori quattro stanze con quattro bagni, cucina e refettorio, soggiorno e lavanderia ad uso comune.
Amiris non è una vacanza ma in primis la risposta ad un imprevisto, la mano tesa a ricostruire vite spezzate o andate in frantumi, la possibilità di far crescere esperienze di maternità, di figliolanza. Le donne accolte saranno inviate dai Servizi Sociali (ma anche Tribunale) di vari territori dell’Emilia Romagna: toccherà alle aziende Asl di riferimento provvedere alla retta giornaliera. I servizi socio-educativi previsti sono diversi: dalle attività lavorative a quelle scolastiche, da quelle sportive all’eventuale supporto psicologico e psicoterapeutico. Tra pochi giorni, le Maestre Pie metteranno nero su bianco una convenzione con il Comune di Cesena per un nuovo fronte di accoglienza: reperibilità 24 ore su 24 per le donne che subiscono violenza. Situazioni di grave abbandono o disagio socio-economico. Sorelle e professionisti dell’educazione per uno stare insieme in grado di rigenerare e far sperimentare nuove relazioni.
Paolo Guiducci