Rita Lazzarini proviene da una famiglia che dà del tu al legno. Il padre falegname, il fratello titolare di un’azienda di infissi. L’intraprendente Rita (nella foto con il marito Gianni e la figlia Valentina) una volta messasi in proprio, ha persino lanciato l’azienda in orbita, con la Nasa. Ed ora dalla Valmarecchia “morde” il mercato dell’acciaio con progetti innovativi. Millantato credito della provincia riminese? Leggere per credere.
Rita è un vulcano di idee. Ragioniera e imprenditrice, dopo una vita trascorsa anche nell’azienda di famiglia a Villa Verucchio, operando come terzista insieme al marito Gianni Iannice, nel 2000 decide di uscire allo scoperto. Nasce Erregi imballaggi a Sant’Ermete, a pochi chilometri dal paese d’origine. Azienda flessibile e dinamica, Erregi si è già conquistata un mercato quando nel 2007 compie un salto. Il 27 dicembre la Protezione Civile di Bologna contatta Rita. È necessario provvedere in tempi rapidissimi al rientro delle salme degli italiani morti ad Haiti in occasione del terribile tifone che ha sconvolto l’isola. Erregi accetta. Senza il passaporto sanitario, le procedure sono interminabili, così l’azienda riminese viene accreditata direttamente dal Ministero della Difesa statunitense. Tutte le frontiere si aprono al suo passaggio. Persino quelle della Nasa. Tutti i prodotti acquistati in Italia per le missioni top secret sono imballati Erregi.
È il 2008, anno record per l’azienda che registra 1.655.000 euro di fatturato. La crisi si è abbattuta anche in Valmarecchia, ma “quando c’è la passione, si risale la china, sempre” taglia corto Rita. I numeri danno ragione a questa trottola d’imprenditrice: da 1.579.000 nel 2011, il volume d’affari è passato a 1.672.000 l’anno successivo, e quest’anno ha già raggiunto quota 1.538.000. Un trend in aumento. E c’è lo zampino di Erregi (attraverso la Trevi) nell’imballaggio dei materiali recuperati all’Isola del Giglio, dopo il naufragio della Concordia. 8 i dipendenti in azienda, ai quali si aggiungono Rita, Gianni e le due figlie Valentina e Federica. “Ogni giorno ci accadono cose meravigliose, ma non sappiamo più meravigliarcene. Essere derubati di questo sguardo, della speranza, è ben più grave della mancanza di lavoro”. Questa molla quotidianamente accende: a casa, in famiglia, in azienda. “Se fai un mestiere per passione, non devi combattere né contro i prezzi praticati dai cinesi né con i concorrenti, perché questi sono colleghi”.
Da una costola di Erregi poco più di un mese fa è nata una nuova sfida, vincente prima ancora di scendere in campo. Valentina, 21 anni, e Federica (23) sono le socie di Carpenteria Vally (il soprannome di Valentina), alla quale distribuiscono affettuosi consigli mamma Rita e papà Gianni. L’idea è una constatazione: anche l’agricoltura necessita di rinnovamento. Tradotto: Valli pensa e realizza (e tra breve brevetta) pali in acciaio per vigneti e frutteti per mandare in pensione il legno o l’alluminio. “È una semplice innovazione tecnologica, un prodotto amico della natura e dal prezzo concorrenziale”. Risultato: contatti ben avviati in Trentino, nella Franciacorta, in Borgogna.
Iannice e Lazzarini sono coscienti che tante famiglie dipendono dal buon andamento dell’azienda ma sull’altare del business non sacrificano il senso della vita. Per questo sono soci fondatori di Fondazione Romagna Solidale, una onlus che è un girotondo di solidarietà: alimenta il progetto cartiera nel carcere di Forlì, affianca mamme in difficoltà con figli, organizza corsi per clown in ospedale, sostiene la Caritas. “Condividere è moltiplicare le gioie, dividere i dolori”.
Paolo Guiducci