Home Cultura LO SGUARDO SUL TEMPIO DI DUE STORICI, BURCKHARDT E WARBURG

LO SGUARDO SUL TEMPIO DI DUE STORICI, BURCKHARDT E WARBURG

Cosa ha evidenziato il pensiero di due grandi storici, come Burckhardt e Warburg, del Tempio Malatestiano riminese, dipanandone la complessità culturale e decifrandone le simbologie, pensiero illustrato da due studiosi contemporanei come Pinotti e Bertozzi? Da qui parte il secondo appuntamento del ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento”, previsto per domani, venerdì 8 novembre 2013, dalle ore 18 all’interno del Tempio Malatestiano.

Ad aprire l’incontro sarà il professor Andrea Pinotti dell’Università degli Studi di Milano con una relazione su «A Rimini ci deve essere di più». Il Rinascimento di Jacob Burckhardt”.

“Le riflessioni dedicate da Jacob Burckhardt al mondo storico-culturale riminese (alla famiglia dei Malatesta e al Tempio Malatestiano) – afferma il prof. Pinotti – costituiranno l’innesco per rimettere in discussione alcuni luoghi comuni che spesso deformano il “quadro” del Rinascimento tratteggiato dal grande storico e storico dell’arte svizzero: si prenderanno in esame in particolare, dal punto di vista storico, la questione del rinascimentale “uomo senza scrupoli”; dal punto di vista storico-artistico, il problema dello stile rinascimentale come stile non originario e non organico. Di qui si muoverà a una più ampia trattazione del senso complessivo attribuito da Burckhardt al fare storia e storia dell’arte come composizione di “quadri” e individuazione di “tipi”.

Seguirà l’intervento del professor Marco Bertozzi dell’Università degli Studi di Ferrara sul tema “Aby Warburg a Rimini: una “discesa” nel Tempio di Alberti e Sigismondo”.

“Il grande storico della cultura, Aby Warburg (1866-1929) – rivela il prof. Bertozzi – aveva sempre manifestato il suo profondo interesse per il Tempio Malatestiano, dalla dissertazione su Botticelli del 1893, fino alle sue ultime ricerche, quando preparava le tavole di “Mnemosyne”, il suo “Atlante della memoria” (a Rimini è dedicata la tavola 25). Le sue innovative indagini sulla storia delle raffigurazioni astrologiche erano orientate a comprendere la funzione “matematizzante” dell’astrologia, come elemento di “mediazione” tra logica e magia (un conflitto destinato a ripresentarsi nel corso del tempo). La cappella dei pianeti del Tempio Malatestiano rappresentava, per Warburg, una prima tappa in questo ambiguo progresso, seguita (nella riconquista dell’Olimpo greco) dalle folgoranti immagini degli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia a Ferrara. Durante suo ultimo viaggio in Italia (1928-1929), insieme a Gertrud Bing, si era fermato a Rimini per alcuni giorni. Nel diario, sono minutamente descritti gli incontri riminesi, compreso quello con il giovane Augusto Campana, che volentieri fece da guida agli illustri ospiti. In seguito, proseguendo il viaggio verso Roma (e poi Napoli), Warburg scriveva di avere trovato una spiegazione della cappella (dei pianeti) di Rimini; di tale spiegazione si cercherà di chiarire il senso durante la conferenza”.

Il ciclo “Il Tempio Malatestiano oltre l’Italia. Scritti Forestieri tra Ottocento e Novecento” nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini, con il patrocino dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, dell’Università degli Studi di Ferrara e Museo della Città di Rimini (Mente Locale, 2013) e l’ospitalità della Diocesi di Rimini. È a cura della professoressa Paola Spinozzi, riminese, in collaborazione con il riminese Alessandro Giovanardi e Massimo Pulini.