Romagna terra di noci. Aumentano i campi per la nocicoltura che conta in regione oltre 150 ettari. L’iniziativa “Filiera noce di Romagna” promuove tale espansione e vuole trasformare il territorio nel punto di riferimento italiano per tutta la filiera di questo frutto secco. Capofila del progetto è l’azienda agricola forlivese San Martino, i cui prodotti vengono lavorati nei fabbricati della ’sorella’ New Factor, entrambe dell’imprenditore riminese Alessandro Annibali (nella foto). “La domanda di frutta secca è in aumento in Italia: consumiamo 50 mila tonnellate di noci all’anno, ma ne produciamo solo 15 mila, un terzo del consumo. L’import deriva per l’80% dalla California, il 20% da Sud America e Australia. In Europa si consumano 500 mila tonnellate. Il Mediterraneo, che è il bacino della frutta secca, rimane indietro nella produzione rispetto alla Americhe”.
Perché l’Italia è indietro? “La cultura della noce da noi esiste da sempre, ma nessuno l’ha mai veramente sviluppata. L’Italia è ferma alla noce di Sorrento: una noce vecchia, di bassa qualità, spontanea e raccolta a mano, la cui coltivazione non è meccanizzata”.
L’obiettivo è ambizioso: “Sviluppare la noce di Romagna. Noi compriamo in tutto il mondo le materie prime (arachidi, noci, pistacchi), le tostiamo, confezioniamo e distribuiamo. Ma dato che si tratta di un mercato in espansione, e visto che qui in Romagna la noce cresce molto bene, vogliamo sviluppare il settore apportando una cultura moderna della sua coltivazione: intensiva, meccanizzata e irrigua”.
Quanto conta innovare? “Il nostro progetto è tutta innovazione. La ricerca per noi conta moltissimo. Siamo fra i primi in Italia ad aver sviluppato un sistema moderno di coltivazione meccanizzata per la noce. Mentre un noceto tradizionale di Sorrento produce 1.000 chili ad ettaro, noi ne produciamo 4.000/4.500. Facciamo ricerca in fabbrica, stiamo lavorando su nuove ricette, introducendo un nuovo prodotto che viene dal Tibet che fa benissimo, la bacca di goji, e ideando una linea wellness di prodotti ad alto contenuto salutistico”.
I consumatori stanno riscoprendo un prodotto sano che, anche a dire degli esperti, fa bene. “La noce è un alimento ricco di lipidi (con circa il 60-70% di acidi grassi), proteine e fibra, contiene elementi minerali e una serie di vitamine anche se in quantità modeste – spiega il Prof. Moreno Toselli, ricercatore presso il Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna –Cento grammi di noci apportano circa 650-700 kcal. Nonostante questo, la noce è considerata un alimento che contrasta l’aumento di peso corporeo per il buon rapporto tra acidi grassi omega 6/omega 3. Il consumo costante di circa 5-6 frutti al giorno permette di ridurre la concentrazione di colesterolo totale e l’LDL nel sangue, riduce i problemi alle coronarie, all’aorta e i rischi d’infarto, e limita l’incidenza dell’osteoporosi. Inoltre, l’elevata presenza di composti antiossidanti permette una maggiore protezione dell’organismo”.
Difesa dell’ambiente. Questo il focus della “Giornata della noce 2013” dell’11 ottobre scorso. “Da 15 anni l’obiettivo di New Factor è quello di utilizzare tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale”. Da qui l’idea di studiare nuove possibilità di coltivazione con una particolare attenzione ai trattamenti di difesa. “Siamo partiti dal presupposto che la difesa fitosanitaria sia sicuramente uno degli aspetti più importanti nella coltivazione– spiega Annibali -. Infatti, ottenere un’efficace protezione delle piante e dei frutti, minimizzando l’impatto ambientale, richiede un continuo affinamento della tecnica in campo”. In collaborazione con l’Università di Modena e di Reggio Emilia sono state realizzate prove sperimentali sulla difesa nei confronti della maculatura batterica, individuando nuove soluzioni per il controllo di tale patologia che è una delle avversità più temibili per la coltura del noce. Ma New Factor non si ferma qui. L’azienda, infatti, afferma di non produrre rifiuti: “Ricicliamo tutto. Le acque reflue vengono decantate in un lago e riutilizzate per l’irrigazione. Tutti gli scarti vengono rimessi in campo come concime organico o combustibile per produrre energia. In fabbrica abbiamo impianti fotovoltaici che coprono il 50% del fabbisogno energetico, e a San Martino il 100%”.
“Filiera noce di Romagna” è stato applaudito anche dal presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani: “È un progetto innovativo con interessanti potenzialità di sviluppo in regione. Dobbiamo puntare sull’aggregazione all’interno della filiera, sulla creazione di un marchio per la commercializzazione e sulla corretta e giusta remunerazione per l’agricoltore”. New Factor, capofila del progetto, trasforma ogni anno nei suoi capannoni di Coriano 6mila tonnellate di frutta secca: un business da 6 milioni di confezioni nel 2012, un fatturato estero che si aggira intorno ai 3 milioni di euro per circa 130 posti di lavoro. E per il 2015 è in previsione il raddoppiamento dell’impianto.
Mirco Paganelli