Sfamati da una sola Parola, la Lettera Pastorale 2013 del Vescovo di Rimini “che apre il primo anno del biennio dedicato all’Eucaristia”, ci chiede: “che ne abbiamo fatto della parola di Dio? che cosa possiamo fare, con l’aiuto del Signore, perché la Parola «corra e si diffonda» nelle famiglie (…) nelle frontiere della vita: quelle dell’amore e del dolore, del lavoro e del riposo, della cultura e del bene comune?”.
Il nostro Pastore ci offre un cammino in cinque tappe: 1. Siamo una comunità in ascolto della Parola?; 2. Specchiamoci nella storia di Israele e di Gesù; 3. La Parola celebrata nella liturgia eucaristica; 4. La Parola creduta nella fede della Chiesa; 5. La Parola “fatta carne” nella nostra vita. Seguono poi “Sette passi concreti” di cui parleremo brevemente più avanti, ora diamo solo alcuni velocissimi spunti fra i tanti di cui è ricca questa lettera, tappa per tappa.
1. Innamoriamoci della Parola che è Gesù, ascoltiamone ogni giorno la voce aprendo la Bibbia senza timore, partecipiamo attivamente alla Messa dove Cristo si offre come Parola di Dio ed eucaristia, perché la comunità dei credenti ci aiuta a meditarLa e a metterLa in pratica.
2. Israele diventa Popolo di Dio quando si mette in ascolto delle 10 parole che Dio ha affidato a Mosè (v. Esodo 24,3-8) e abbiamo un’altra assemblea ricostituiva dopo l’esilio in Babilonia (v. Neemia 8,1-12) quando Esdra proclama a tutti coloro capaci di intendere il libro della Legge. Abbiamo infine l’assemblea di Nazaret: nella sinagoga del suo paese Gesù legge il passo del profeta Isaia in cui si parla del Messia e afferma “oggi si è compiuta questa Scrittura” (Luca 4,21). Abbiamo in tutti i casi tre elementi che troviamo nella Messa: l’assemblea liturgica, il libro sacro e i lettori.
3. Come ricorda l’enciclica Dei Verbum, la celebrazione eucaristica è “mensa sia della Parola di Dio sia del corpo di Cristo”. L’atto penitenziale ci predispone umilmente all’ascolto ed è importante che i lettori siano preparati in quanto “prestano la loro voce al Signore”. Dopo l’ascolto è il popolo a chiedere ascolto a Dio con la preghiera dei fedeli (dinamica discendente-ascendente della liturgia)
4. Se le sacre Scritture e la Tradizione sono “la regola suprema della fede” (DV 21), il vescovo Francesco ci ricorda che: “la Scrittura non è la pietrificazione di una Parola che, invece, è e resta sempre accesa e incandescente, e la Tradizione non è raccogliere le ceneri di quel fuoco, ma trasmetterne la fiamma”. La Parola ci deve bruciare, ci deve spingere a viverla nei fatti.
5. È importante evitare di cadere in due pericoli: il freddo approccio razionalista (che “studia” le Scritture come un semplice testo letterario) e la cieca lettura fondamentalista (che prende la Bibbia alla lettera senza considerare la Tradizione, né i contesti storici e i generi letterari). Entrambi questi approcci estremisti si fermano infatti alla lettera e trascurano lo Spirito: “La domanda fondamentale che qui mi devo porre nella preghiera è: cosa dice il Signore a me attraverso questa parola? Più che «scrutare»la Scrittura, si tratta di lasciarsi scrutare dalla Scrittura”. Ecco anche l’importanza dell’omelia da tenere “con semplicità lucida e profonda” affidandola anche a diaconi e osservando sempre “dopo l’omelia un breve momento di silenzio”. È poi importante testimoniare la Parola in famiglia (anche collocando la Bibbia davanti a un’icona sacra), nella scuola attraverso l’ora di religione, nella cultura (valorizzando i media diocesani), nel dolore (con la vicinanza a chi soffre).
Questo “messaggio” pastorale è davvero denso, fino a giungere ai sette passi concreti che riassumiamo:
1. Valorizzare le risorse formative della diocesi, in primis quelle offerte dall’ISSR “A. Marvelli”.
2. Favorire la più ampia partecipazione alla Settimana Biblica e all’Assemblea diocesana (13 ottobre a S. Agostino).
3. Ora di ascolto in parrocchia (che può coincidere con l’adorazione eucaristica).
4. Curare particolarmente la liturgia domenicale della Parola di Dio.
5. Celebrare la Giornata della Parola la prima domenica di Quaresima (9 marzo 2014).
6. Sollecitare sacerdoti e diaconi delle zone pastorali a riflettere e pregare assieme sulle letture della domenica.
7. Dar vita ai Cenacoli del Vangelo animati da accompagnatori adulti nella fede.
Alessandro Ramberti