Che in Italia la giustizia sia un tema che si presta a essere interpretato a seconda delle singole sensibilità, ne avevamo già avuto l’impressione. Ma non c’è bisogno di andare a scomodare sentenze illustri, basta guardare anche a confini più ristretti come quelli del Tribunale Amministrativo Regionale. Comunemente noto come Tar, si occupa per lo più dei ricorsi dei cittadini contro atti amministrativi. Le sentenze del Tar paiono avere la caratteristica di non essere mai troppo definite: chi vince non si sbilancia perché aspetta di leggere le motivazioni, chi perde pure. E anche quando le motivazioni arrivano non è che comprenderle sia così immediato senza la traduzione di un giurisprudente. Poi c’è la variante: “il giudice si è espresso sull’ammissibilità del ricorso, non sul merito”. O casi esemplari come quello del ricorso del Comitato anti-TRC contro Agenzia Mobilità. Nella sentenza della scorsa settimana, per quanto è dato di capire, il Tar avrebbe respinto il ricorso del Comitato ma al contempo accolto le sue tesi. Viene in mente la celebre frase di quel calciatore resa immortale dalla Gialappas: “Sono pienamente d’accordo a metà col mister”. Col risultato che nessuno dei due aveva perso, e anzi entrambi si meravigliavano delle dichiarazioni di successo da parte della controparte. Forse la vera natura del Tar sta proprio qui: in fondo, Tutti Abbiamo Ragione.