Il matrimonio era già stato annunciato, ora si passa alle nozze ufficiali che porteranno alla nascita della prima banca etica commerciale riminese, con un preciso dovere etico, con tanto di relativo articolo nello statuto, di cui rendere conto anno dopo anno con un Bilancio sociale ad hoc. La fusione tra Banca Carim e Eticredito Spa è arrivata a compimento il pomeriggio del 25 luglio con l’approvazione da parte delle rispettive assemblee dei soci.
La banca etica riminese che ha fatto del microcredito, del sostegno al terzo settore e all’ambiente la sua mission esclusiva (2.800 clienti secondo il bilancio 2012, 40 milioni di euro di raccolta con un incremento sul 2011 del 13% e 35 milioni di euro di impieghi, +7%) viene incorporata così dall’istituto di credito più rappresentativo del territorio. Il presidente della Carim Sido Bonfatti brinda alla fusione mettendo in luce soprattutto il rafforzamento patrimoniale, del valore di 75 milioni di euro. Il numero uno di Eticredito, l’ormai ex presidente Maurizio Focchi (nella foto con Sido Bonfatti, presidente Carim), sottolinea invece che la fusione-incorporazione non va letta come una sconfitta, tutt’altro: “Una banca piccola come Eticredito (appena 9 i dipendenti, ndr.) – spiega Focchi – non aveva più possibilità di sopravvivere nel tempo. Per noi non è una morte ma una rinascita: Carim porterà avanti le azioni di Eticredito che in questi anni ha aiutato 1.757 famiglie in difficoltà e finanziato oltre 70 progetti sociali, moltiplicandole e rafforzandole. Ha inserito nel proprio statuto un articolo dove si impegna in tal senso e ha inserito tra i suoi organi un Comitato etico con potere consultivo e di verifica nei confronti del CdA”.
Se l’alternativa era morire, ben si comprende l’entusiasmo, rimarcato a più riprese da Focchi, con cui i 75 soci di Eticredito hanno approvato l’unione con Carim che, tra l’altro aveva già un piede in questa banca con una sua quota azionaria. Anche Bonfatti è più che ottimista: “Per Carim l’attenzione al sociale diventa d’ora in poi un connotato istituzionale che ci permetterà di diventare la prima banca commerciale con finalità etiche, di proseguire le esperienze di microcredito e finanza etica avviate da Eticredito e di creare così legami nuovi, ad esempio con San Patrignano”.
Il marchio Eticredito non morirà: continuerà a campeggiare sulla filiale di via IV Novembre, a due passi dal Duomo e farà il suo debutto in una rete di circa 100 filiali Carim dove sarà predisposto un angolo apposito per offrire i prodotti nati con Eticredito.
Sono sempre più lontani, per Carim, i tempi bui legati al commissariamento e all’ostico aumento di capitale che ne è conseguito. Con questa nuova “veste” etica e mission a sostegno dei più deboli, l’istituto di credito riminese marcia ancora più a testa alta.
Alessandra Leardini