È l’unico volontario targato Rn alla Gmg di Rio de Janeiro ma non soffre certo di saudade. Raffaele Cellini, 23 anni, è partito dalla parrocchia di Corpolò alla volta della capitale brasiliana per dare il suo apporto alla Giornata Mondiale della Gioventù “ma soprattutto sicuro di ricevere il centuplo da questa esperienza” dice “Raffa”, come lo chiamano gli amici. È l’unico riminese iscritto alla Gmg in qualità di volontario. 23 anni, un diploma elettrotecnico in tasca, stage e tanta esperienza con computer, elettronica ed elaborazione video, sbarcato in Brasile si è immediatamente rimboccato le maniche superando anche le inevitabili barriere gastronomiche. “L’ultima cena era un cornetto dal contenuto misterioso: sembrava una specie di wurstel e con maionese e peperoni e patatine fritte”. Anche i trasporti presentano qualche incognita e più di un lato negativo (“nei viaggi giornalieri in bus e in funivia siamo trasformati in sardine”) ma Raffaele, appassionato di cinema, internet, regista per diletto, la prende con filosofia. Sono altri i fotogrammi che turbano i primi giorni brasiliani. “Le favela sono un territorio affascinante quanto pauroso, dall’alto si nota molta spazzatura, bambini che giocano con aquiloni e case ammucchiate in disordine”. Alla stazione della funivia Raffaele ha incontrato dei bambini che vendevano bibite ghiacciate: “impressionante”. Raffaele è un vulcano, la timidezza non sa dove abiti. Organizza gare di inni nazionali tra volontari di tutte le nazionalità durante gli spostamenti per le visite e la formazione nelle parrocchie. Con Tiziana mette in piedi estemporanee visite dei gruppi di italiani, ad esempio al Monte Pan di Zucchero: “purtroppo abbiamo perso il tramonto perché in fila per prendere la funivia”.
Il Brasile è terra di incontri. Anche i più imprevedibili. Al Pan di Zucchero, Raffa è stato avvicinato da un ragazzino di 10 anni. “Che ore sono? – mi ha chiesto – ho pensato che il bambino brasiliano conoscesse questa frase in italiano e me la volesse ripetere. In realtà, ha un padre italiano e la madre brasiliana, ma è nato in Germania, e anche lui si chiama Raffaele. Gli ho spiegato il motivo che mi ha spinto a raggiungere Rio dall’Italia e lui per tutta risposta ha detto che da grande vuole diventare come me!”.
I giorni passano, la Gmg si avvicina, soprattutto l’appuntamento con papa Francesco. Raffa ne ha vissute altre, di Giornate Mondiali della Gioventù, da pellegrino, questa volta è dall’altra parte della barricata, ma è convinto che lo spirito possa soffiare anche durante il servizio. E prima del rientro (il 31 luglio) attende l’incontro con i giovani del mondo e le parole del Pontefice argentino. (p.g.)