Sport e disabilità, un binomio che fino a qualche anno fa sembrava impossibile da poter immaginare. Troppe difficoltà. Troppi pregiudizi. Troppe paure. Oggi, però, le cose sono cambiate. Oggi una persona disabile può diventare uno sportivo a tutto tondo. Anzi, può fare molto di più. Basta vedere cosa è stato capace di realizzare Alex Zanardi, il pilota bolognese che durante una prova del campionato Cart, sul circuito di Lausitzring, in Germania, perse entrambe le gambe in un gravissimo incidente: a Londra 2012, ai Giochi Paraolimpici, ha conquistato due ori e un argento nel handbike. E come Zanardi ci sono tanti altri campioni. In questa pagina vogliamo raccontare le storie di Nicola Dutto, Simone Cesaroni e Sergio Bartolini. Tre “riminesi”, tre storie diverse tra loro, ma unite tutte da un solo slogan: volere è potere.
La prima storia è quella di Nicola Dutto (nella foto). Piemontese di nascita, ma sammarinese d’adozione (è testimonial di Attiva-Mente), Nicola è un campione di motociclismo. Nella categoria Baja, la disciplina che unisce le caratteristiche del rally a quelle dell’enduro, è un vero fuoriclasse. Appena sale in sella vince due titoli europei, due campionati italiani e si piazza sempre tra i primi nelle grandi prove a livello internazionale. Tutti nell’ambiente ne parlano, Nicola è avviato a diventare una stella delle due ruote. Ma il 20 marzo 2010, a Pordenone, durante una gara, succede qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
“Succede che a 150 chilometri orari, mentre percorro il greto del Tagliamento, prendo in pieno una grossa pietra e vengo disarcionato dalla moto con il risultato di ritrovarmi in carrozzina”.
Ci vogliono due anni prima di riprendersi.
“In un secondo la vita cambia completamente. Quello che prima facevi in automatico, come sederti, andare in bagno, scendere una scala, diventa una montagna da scalare. Quello che mi ha aiutato è stato il mio passato da sportivo, la fatica non mi ha mai spaventato. Anche in questo caso”.
Tanto è vero che Nicola riesce addirittura a risalire in moto.
“La moto, naturalmente, è particolare, ma sapere di correre ancora con i miei vecchi avversari è qualcosa di straordinario. Anche perché alcuni mi arrivano ancora dietro (ride). Adesso faccio anche gare da 500 chilometri senza grossi problemi”.
Perché volere è potere!
Francesco Barone