Non potrà mica finire così. Non potrà mica finire così. Ce lo siamo ripetuti come un mantra per tutto il mese. E alla fine è finita davvero così: quest’anno maggio praticamente non c’è stato, lo hanno scritto tutti su Facebook. Almeno così come lo conoscevamo: quel mese che ci portava finalmente fuori dall’inverno e ci faceva godere un po’ della nostra spiaggia prima di concederla all’invasione dei turisti, sempre che ci invadano ancora. Mese importante per fare squadra: ci si incontra tutti in giro dopo i mesi freddi, ci si racconta un po’ di cose e ci si sente comunità prima di affrontare l’estate, stagione cruciale per molti. Ma guardiamo il lato democratico della faccenda. Oggi molti di noi si sono già abituati a fare sacrifici e comunque a rinunciare al loro precedente tenore di vita. E a maggio ci abbiamo dovuto rinunciare tutti, dal primo all’ultimo. Se maggio non c’è non lo si compra o non lo si rimedia da un amico compiacente, c’è poco da fare. Non ci sono caste o furbetti che qui ne hanno goduto alla faccia degli altri. Del resto siamo in un’epoca di tagli a tutto quanto e allora, rinuncia più rinuncia meno, mettiamoci anche il taglio di un mese all’anno. Ma l’anno prossimo non si potrebbe parlarne prima? Se si potesse fare una richiesta: tolti i mesi da giugno a settembre, che se no per noi sono guai, e quelli delle grandi feste comandate, io ad esempio marzo sinceramente ho sempre fatto fatica a sopportarlo.