Sabato 15 giugno alle ore 9.30 in Piazza Martiri a Carpi (MO) sarà beatificato Odoardo Focherini, il primo Giusto tra le Nazioni per gli ebrei ad essere riconosciuto Beato per la Chiesa Cattolica. L’Avvenire d’Italia, sposo e padre di sette figli, assicuratore, laico impegnato nell’Azione Cattolica, Focherini è noto per aver salvato oltre 100 ebrei dallo sterminio nazista, facendoli fuggire verso la Svizzera. Morto nel 1944 a soli 37 anni in campo di concentramento, è il primo italiano ad essere proclamato Beato per la sua attività a favore dei perseguitati e per il suo impegno nei mezzi di comunicazione.
Venerdì 14 giugno il cammino diocesano verso la Beatificazione culminerà con una solenne veglia, a Mirandola, animata dalle associazioni laicali e dai movimenti ecclesiali. Domenica 16 giugno infine una Santa Messa di ringraziamento.
Odoardo Focherini nasce il 6 giugno del 1907 a Carpi, da una famiglia di origini trentine. Cresce e si impegna attivamente nella realtà della sua Chiesa locale e nell’Azione Cattolica, di cui diverrà anche presidente diocesano.
Nel 1927 inizia a collaborare, come corrispondente per la Diocesi di Carpi, con il quotidiano cattolico L’Avvenire d’Italiac di Bologna e poi con L’Osservatore Romano.
La vocazione laicale, già riccamente espressa, è coronata nella vita coniugale: nel 1930 sposa Maria Marchesi e tra il 1931 e il 1943 nascono i sette amatissimi figli, che crescono nella fede della Chiesa.
Dal 1934 lavora alla Società Cattolica di Assicurazione di Verona divenendo ispettore per una vasta area del nord Italia. Nel 1939 è nominato amministratore de L’Avvenire d’Italia diretto da Raimondo Manzini. La stessa passione che poneva nel mestiere di assicuratore, la vive in questo suo servizio; aumenta il carico di impegni ma non viene mai meno la gratuità e quello stile sereno, umile, attento agli altri che lo contraddistingue.
Quando anche in Italia inizia la persecuzione degli ebrei da parte del regime nazi-fascista, insieme a don Dante Sala, parroco di S. Martino Spino (Mo), organizza una rete di fuga dei perseguitati verso la Svizzera, grazie alla quale, tra il 1943 e il 1944, vengono salvati oltre 100 fratelli del popolo di Israele. Gli uomini e le donne che lo conoscono in quel periodo lo ricordano sempre sereno e sorridente, anche quando se li ritrova in casa ad aspettarlo, alla sede del giornale, al lavoro.
Il suo instancabile impegno per la carità, ma soprattutto la sua testimonianza cristiana, vissuta nell’apostolato in Azione Cattolica e nell’impegno per L’Avvenire d’Italia, lo rendono inviso al regime. Nel marzo del 1944, presso l’ospedale di Carpi, Odoardo viene arrestato mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, l’ultimo ebreo che riesce a salvare.
Viene prima incarcerato a Bologna, quindi internato nei campi di concentramento di Fossoli (Carpi) e Gries (Bolzano), per poi essere deportato in Germania, nel campo di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 27 dicembre del 1944.
Oltre a numerose lettere dai luoghi di prigionia, sono state riportate da alcuni testimoni le sue ultime parole: “Dichiaro di morire nella più pura fede Cattolica Apostolica Romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi, per l’Azione Cattolica, per L’Avvenire d’Italia e per il ritorno della pace nel mondo”.
Solo a guerra ultimata, il 6 giugno del 1945, la triste notizia arriva a Maria.
Da quel giorno in poi le attestazioni di stima non si sono mai fermate.
Della deportazione di Odoardo Focherini rimane una testimonianza preziosissima: il corpus delle lettere che Odoardo, clandestinamente e non, ha fatto pervenire alla moglie, alla mamma, agli amici e ai collaboratori de L’Avvenire d’Italia. Mille stratagemmi per continuare a comunicare con i suoi cari, lettere d’amore per una moglie amata intensamente e profondamente, il pensiero fisso sui figli che sa di avere lasciato in un momento difficile ed incerto.
Tra i vari riconoscimenti a lui attribuiti vi sono la Medaglia d’oro delle Comunità Israelitiche italiane (Milano, 1955), il titolo di Giusto fra le genti (Gerusalemme, 1969), la Medaglia d’oro della Repubblica Italiana al Merito Civile (Roma, 2007).
Il 10 maggio 2012 Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di martirio in odium fidei. Il processo di beatificazione era iniziato nel 1996.