Tutti le vogliono (perchè snelliscono il traffico e riducono gli incidenti), ma in pochi le rispettano (nel senso che la maggior parte degli automobilisti non ha ben chiaro come affrontarle). Stiamo parlando delle rotatorie (o rotonde che dir si voglia). In provincia, in questi ultimi anni, ne sono nate decine e decine. E tante sono in cantiere. Ma non è tutto oro quello che riluce. Il perché è presto detto: se, grazie alla rotatorie, i tempi di percorrenza sono notevolemnte diminuti, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza degli automobilisti non conosce l’esatto comportamento all’interno di questi rondò. Colpa anche del legislatore che si è dimenticato di aggiungere un articolo di legge ah hoc, che facesse chiarezza sulle corrette modalità di circolazione. Vediamo, allora, se è possibile fare qualche considerazione di buon senso, senza ignorare, però, le esistenti norme del Codice della Strada.
Che cosa è una rotatoria? Partiamo dalla prima informazione: che cosa è una rotatoria? Tecnicamente si tratta di un normale incrocio, ma è così definita per la sua forma circolare; è dotata di un’isola centrale dalle cui estremità partono e arrivano ramificazioni stradali che non necessariamente debbono essere geometricamente sistemate ed opposte fra loro. In alcuni casi, inoltre, le rotatorie vengono realizzate a forma ovale o a doppia circonferenza (cioè a forma di 8), ciò a seconda della tipologia delle strade che vi convergono e dello spazio a disposizione. L’obiettivo prefisso è quello di migliorare la fluidità del traffico, ridurre i sinistri stradali, rallentare la velocità delle automobili e, non da ultimo, abbattere le emissioni nocive e l’intensità del rumore prodotto dai veicoli circolanti in quel determinato tratto di strada. Non a caso le rotonde non prevedono tempi morti e lo spazio stradale è continuamente impegnato da veicoli in movimento.
Come è fatta una rotatoria. A prescindere dalla loro forma, il tipo di rotatoria più utilizzato in Italia è quello che si ispira al modello “francese”, cioè caratterizzato dal diritto di precedenza per i veicoli che circolano all’interno della stessa. I veicoli in entrata, pertanto, debbono fornire la precedenza a quelli che già stanno transitando sulla rotatoria. Esistono tuttavia altri tipi di rotonde che prevedono il diritto di precedenza per coloro che provengono dall’esterno o eventualmente da destra, ma in questi casi è sistemata un’apposita e visibile segnaletica. Tuttavia questa tipologia di rotonde è oramai in forte disuso per la difficoltà di comprensione e la minore efficacia.
Cosa fare nei pressi della rotatoria. Quando si giunge nei pressi di una rotatoria, in fase di entrata, occorre rallentare, verificare la presenza di veicoli che già impegnano la rotonda, fornire la precedenza agli stessi e poi immettersi conseguentemente senza bisogno di segnalare questa manovra a coloro che ci seguono. In fase d’ingresso, inoltre, quando le corsie lo consentono, è possibile circolare per file parallele.
Cosa fare all’interno della rotatoria. “Quando ci si trova all’interno di una rotatoria – spiega Vasco Talenti, comandante della Polizia Municipale di Rimini – si ha diritto di precedenza rispetto ai veicoli in entrata anche se questi ultimi provengono da destra o da strade di primaria importanza. Eventuali diverse modalità di circolazione sono segnalate attraverso l’apposizione di cartelli stradali e di strisce longitudinali. In particolare, nelle rotatorie a due corsie di scorrimento, è buona norma impegnare la corsia esterna nel caso in cui si debba poi subito svoltare a destra; viceversa è opportuno impegnare la corsia interna nel caso in cui si debba percorrere larga parte della rotatoria o si debba effettuare un’inversione rispetto al senso di marcia in entrata. Ogni manovra effettuata all’interno della rotonda e comunque ogni qualvolta la si debba lasciare per immettersi in una ramificazione laterale, è obbligatorio segnalare tale intenzione attraverso le frecce”.
La speranza è che dopo aver letto queste poche regole, d’ora in avanti la circolazione in prossimità delle rotatorie sia più chiara.
Francesco Barone