L’“uomo di ferro” è tornato. Dopo la battaglia con gli amici Avengers a New York, ritroviamo Tony Stark (Robert Downey jr.), il miliardario con il cuore malato ideatore della fantastica armatura di Iron Man, in una terza avventura tutta sua questa volta diretta da Shane Black (Jon Favreau qui è produttore esecutivo, oltre che la guardia del corpo Hogan), dove si lecca ancora le ferite della battaglia che gli ha provocato insonnia e attacchi di panico. Uno Stark tormentato è impegnato a fronteggiare le minacce del terrorista Mandarino (Ben Kingsley) e dello scienziato pazzo Aldrich Killian (Guy Pearce), e preoccupato di proteggere l’amata Pepper (Gwyneth Paltrow). Confermata la presenza di War Machine (Don Cheadle), con corazza “patriottica”, appare pure una vecchia fiamma di Stark (Rebecca Hall) per una storia che gioca le consuete ed apprezzate carte delle pieghe umoristiche del personaggio (che domina la scena rispetto all’alter ego di ferro, forse un po’ troppo) e dello spettacolo incalzante (bella la battaglia finale con il “catalogo” delle armature), innestando novità come l’armatura a comando corporeo.
Per i fans duri e puri della golden age Marvel, arriva un po’ di delusione nel tratteggio del Mandarino (senza i potenti anelli utilizzati nel fumetto), con l’idea della “regia occulta” dietro ad ogni terrorista che minaccia il pianeta, e qualche sconforto di fronte ad alcune scelte narrative, ma la promessa di un ritorno di Tony Stark (sicuramente nel secondo capitolo dei Vendicatori) fa sperare per l’arrivo di qualche super cattivo da antologia.
Restando fino al termine dei titoli di coda, sostenuti da belle soluzioni grafiche e ottima musica, c’è una scenetta gustosa tra Stark e un particolare psicoanalista tendente alla rabbia…
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani