Rimanere alla finestra ad aspettare la luce in fondo al tunnel? Tutt’altro. I dipendenti della SIA Infissi di Cerasolo non potevano accettare che l’impresa fallisse, così su proposta dei titolari, accettano di prendere in mano loro stessi la situazione dando vita ad una cooperativa, la NCS. Cambia il nome, ma non lo spirito, dunque. All’insegna della continuità.
I primi scricchiolii legati alla crisi cominciano nell’estate 2011. Il lavoro nei capannoni di Cerasolo, che conta all’epoca 25 dipendenti, non manca. L’azienda continua ad investire e il fatturato sale. Il vero problema consiste nell’insolvenza dei pagamenti da parte dei clienti. La SIA arriva a vantare un credito di oltre 2 milioni di euro, ma i soldi non arrivano. Per le sofferenze di liquidità, i titolari chiedono ai dipendenti il permesso di posticipare di un mese gli stipendi. Questi, privi di reali alternative, accettano all’unanimità. A fine 2011 la proprietà si rimette in pari con i salari, ma prospetta ai dipendenti tempi difficili, cassa integrazione e forse la cessazione dell’attività. I crediti insoluti hanno raggiunto la metà del fatturato. Si cercano nuovi finanziatori, che non si trovano. Si arriva così al marzo 2012, quando la proprietà propone ai dipendenti di formare una cooperativa alla quale affittare l’attività e le strutture aziendali prima di portare i libri in tribunale. In questo modo si preserverebbe il lavoro dal fallimento, sfruttando alcune buone commesse ancora presenti nel portafoglio ordini. Accettano sei operai e tre impiegati dell’ufficio tecnico, insieme al figlio del titolare, Enrico Tonelli (il primo a sinistra nella foto). Ognuno mette in questa avventura una quota di 10mila euro. Nel luglio 2012 SIA viene messa in liquidazione ed ammessa alla procedura di concordato preventivo per la quale il Tribunale di Rimini deve ancora pronunciare il suo verdetto.
I soci della neonata NCS (supportata anche da Legacoop Rimini) nel frattempo continuano a lavorare. Il 2012 è stato chiuso con oltre un milione di fatturato. Nella squadra sono stati riassunti due operai che erano in cassa integrazione straordinaria, e un impiegato dell’ufficio tecnico. Una ragazza si occupa invece dell’amministrazione e segreteria. A dispetto della tempesta che continua ad abbattersi sull’edilizia, il cielo è sereno. “Lavoriamo molto con il nord Italia dove, a differenza del Riminese, la crisi si sta sentendo di meno” conclude Tonelli. Difficile se non impossibile, un anno fa, scommetterci.
Alessandra Leardini