Un topolino indifeso nelle grinfie di un orda di gatti famelici. Tutt’attorno maiali, gatti e cervi. Quello del Premio Pulitzer Maus (il primo mai attribuito ad un fumetto) è un microcosmo alla maniera disneyana che mostra Auschwitz e l’orrore. E lo mostra a fumetti. Tavole, vignette e ballon. Possibile? L’indicibilità per molti protagonisti e studiosi è un tratto essenziale della Shoah, se poi viene addirittura raccontata a fumetti…
Che nessuno gridi allo scandalo o alla lesa maestà. Per non dimenticare, è quasi un dovere morale riportare l’orrore, farlo conoscere perché lo si eviti. E il fumetto, peculiare forma d’arte, può balbettare Auschwitz alla stregua di libri, film, quadri e composizioni musicali. Alle pagine disegnate si è affidato, ad esempio, il festival riminese Cartoon Club per parlare della Shoah. Il risultato è ora in mostra a Cesenatico, all’interno della Galleria Comunale “Leonardo Da Vinci” (ingresso libero) fino al 5 maggio, all’interno di un’iniziativa voluta dall’Associazione Amici della C.I.L.L.S. nell’ambito del progetto “C’entro Anch’io”. L’esposizione dal titolo Lacrime, lupi e tragici topi. Come il fumetto ha raccontato la Shoah” è un’accurata panoramica sulle opere che in giro per il mondo trattano Auschwitz attraverso il medium fumetto. E da varie prospettive: la metafora degli animali per raccontare gli esseri umani (Maus e il francese Francois Calvo, ad esempio); l’autobiografia e l’invenzione (Joe Kubert in Yossel – april 1943); la precisa documentazione (Auschwitz di Pascal Croci). E ancora il fumetto supereroistico (da X-Men a Excalibur fino a Wolverine) e le diverse biografie italiane, da Massimiliano Kolbe e Anna Frank (per i disegni del grande maestro Dino Battaglia) fino al toccante episodio della saga di Dylan Dog “Doktor Terror”. C’è esposta persino una versione parodistica, firmata da Marcello. “È il mio linguaggio naturale” dice l’autore.
Perché parlare della Shoah ora, quando “La Giornata della Memoria” cade a gennaio? “Far conoscere, riportare a galla – spiega Marcello Salucci, uno degli organizzatori dell’iniziativa – è un dovere senza tempo”. E i visitatori delle mostra potranno verificare che un fumetto non è insufficente a narrare l’orrore (c.z.)