Si chiama Include il nuovo progetto della ong riminese, EducAid, in collaborazione con la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo. Obiettivo (RIDS), il miglioramento delle condizioni di vita delle donne disabili nella Striscia di Gaza attraverso un approccio inclusivo ed emancipatorio. Non solo un aiuto, quindi, ma la possibilità di rendere le donne di Gaza autonome. Si tratta di un progetto ambizioso, sia per la sua natura, sia per il luogo in cui si svolge. Stiamo parlando di Gaza, in Palestina, una striscia di terra in cui è difficile fare qualsiasi cosa, anche condurre una semplice vita normale. La chiusura delle frontiere e il continuo stato d’assedio rendono complicata ogni attività che da altre parti sarebbe normale amministrazione. E per le donne disabili tutto diventa ancora più difficile. EducAid, impegnata a Gaza e in Cisgiordania nel settore educativo e psico-sociale con i minori più svantaggiati, ha deciso di sposare questo nuovo progetto, partito formalmente il primo gennaio 2013. Cofinanziato dalla Commissione Europea, ne sono partner la Regione e i Comuni di Rimini, Riccione e Ravenna. Sul territorio EducAid si avvarrà della consulenza scientifica della Rids che metterà a disposizione i propri formatori esperti. E proprio in coerenza con il motto Rids “nessuna politica in materia di disabilità deve essere realizzata senza la partecipazione diretta di soggetti disabili”, tutti gli esperti che si recheranno a Gaza saranno persone con una disabilità fisica o sensoriale. E che ciò sia una sfida ambiziosa lo si comprende facilmente considerando le precarie condizioni di “accessibilità” della Striscia di Gaza, conosciuta come prigione a cielo aperto.
“In questi giorni – racconta Riccardo Sirri, responsabile d’Area medio oriente per EducAid – il presidente della Federazione Italiana Superamento Handicap, Pietro Vittorio Barbieri, si recherà a Gaza insieme ad altri esperti per costituire un comitato tecnico scientifico in loco. In questa prima fase Barbieri andrà in Palestina per dare supporto per il bando, e approvare i primi microprogetti. È un’esperienza nuova anche per noi, complicata, ma affascinante”.
Il programma, della durata prevista di due anni, metterà a disposizione un fondo di 100mila euro con cui verranno da un lato finanziati progetti di micro-impresa proposti e realizzati da donne disabili e, dall’altro, concessi contributi per posti di lavoro all’interno di associazioni e società commerciali palestinesi. Il progetto prevede inoltre un’attività di cosiddetta “ricerca emancipatoria” in cui 30 donne disabili di Gaza, aiutate da un facilitatore EducAid-Rids, approfondiranno con uno studio scientifico la propria condizione di vita nel tanto difficile contesto palestinese della Striscia. Infine verranno pubblicati 10 cortometraggi che testimonieranno altrettante storie di vita di donne disabili Gazawi.
“Gaza vive una condizione di assedio drammatico da più di un decennio – spiega Adriano Lostia, attuale rappresentante di EducAid in Palestina – le donne sono tra i soggetti più vulnerabili, tanto più se disabili. Col progetto Includeintendiamo dare loro voce e renderle autonome economicamente”.
Stefano Rossini